Sanità: le chiacchiere di un ministro

L'OPINIONE. «Probabilmente saremo costretti a riprendere la lotta in modo molto più eclatante se non ci sarà prospettata una qualche soluzione decente.»

Sanità: le chiacchiere di un ministro
Il ministro Speranza

In questi giorni si sente nuovamente parlare dei Pronto Soccorsi e delle drammatiche condizioni in cui versano. Ad Isernia, in segno di rispetto per l'istituzione Prefettura, che ha chiesto di interrompere lo stato di agitazione, lo si è fatto e si è in attesa di soluzioni prospettate dall'Asrem che ancora non si vedono.

Probabilmente saremo costretti a riprendere la lotta in modo molto più eclatante se non ci sarà prospettata una qualche soluzione decente.

Ma la situazione dei Pronto Soccorsi sono anni che è scoppiata, periodicamente ha un po' di clamore mediatico e poi tutto svanisce nel dimenticatoio. Se c'è un problema di sovraffollamento bisognerebbe comprendere il perché per poter agire.

Tutti sanno che manca ed è stata ulteriormente defunzionalizzata la medicina territoriale e questo è uno dei motivi principale del ricorso ai pronto soccorsi. Nel frattempo sono stati diminuiti i posti letto ospedalieri dal 6 x 1000 al 3 x 1000 ed in questo modo si ha l'impossibilità di ricoverare i pazienti che stazionano per giormi in pronto soccorso.

A questi due problemi antichi nessuno ci ha messo mano se non per aggravarli.

Poi il numero chiuso a medicina e nelle specializzazioni, ha creato l'altro drammatico problema della mancanza di personale. Una volta si poteva partecipare ai concorsi ospedalieri dopo un tirocinio di 6-12 mesi in una determinata branca e procedere alla specializzazione mentre si lavorava. Attualmente per accedere ad un concorso ospedaniero occorrono in media 11 anni.

Tra l'altro si sta definanziando il servizio sanitario nazionale mentre si allungano le liste di attesa per esami e ricoveri per i pazienti e la spesa ulteriore per chi non può attendere.

Tutto questo succede con un ministro che dovrebbe rappresentare l'estrema sinistra e che in epoca covid, visti i disastri delle privatizzazioni, aveva promesso un rilancio del sistema pubblico.

Solo chiacchiere.

Procede indisturbato il processo di privatizzazione, cessione di sempre maggiori spazi ai privati convenzionati, diminuzione della spesa, carenza di personale. E mentre non ci sono soldi per la sanità, improvvisamente escono dal cilindro per salvare banche che hanno speculato o per acquistare armi.

Con i soldi per acquistare un F35 si attrezzano 1000 posti di terapia intensiva.

Le chiacchiere di Speranza se le porta il vento e così un ministro della cosidetta sinistra sta finendo di svendere ai privati il bene comune salute.

Lucio Pastore

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