Una società patriarcale che non rispetta una donna Nata Libera
Videointervista a Rosanna Coruzzolo, fondatrice di Nata Libera, e a Ilaria Di Roberto, scrittrice autrice del libro «Tutto ciò che sono».

#iononevito, era la campagna nata sui social dopo l’attacco maschilista subito da Emma Marrone per un vestito indossato durante l’ultimo Festival di Sanremo. La campagna, una sfida ai privilegi e alle imposizioni patriarcali era stata lanciata da Rosanna Coruzzolo, fondatrice di Nata Libera, e da Ilaria Di Roberto, scrittrice autrice del libro «Tutto ciò che sono».
In questa videointervista Rosanna e Ilaria raccontano come è nato il progetto Nata Libera, come è possibile conoscerlo e sostenerlo, quanto e perché in questa società patriarcale è combattuta e non rispettata la libertà e l’autodeterminazione femminile.
E come hanno iniziato e stanno portando un percorso comune di sorellanza, lotta, impegno femminista, come Nata Libera e «Tutto ciò che sono» si stanno intrecciando in un fronte comune contro un terrorismo e un’oppressione paragonabili a terrorismo e mafie. Che ogni anno, solo perché donne, molesta, abusa, violenta, stupra, uccide migliaia e migliaia di donne. Perseguitandole, insultandole, condannandole.
L’Italia, lo raccontammo proprio con Ilaria Di Roberto, l’anno scorso fu condannata dalla Corte Europea dei Diritti Umani, per la colpevolizzazione – la cosiddetta rivittimizzazione – persino in quelle aule che dovrebbero essere «di giustizia».
Una riflessione indignata e di denuncia, nella videointervista, è stata rivolta a Carol Maltesi. Assassinata e sul cui corpo è avvenuto uno scempio disumano – l’ex capo della Squadra Mobile di Roma Antonio Del Greco ha dichiarato di aver visto una brutalità di questo livello solo con il delitto del Carnaro della Magliana – che ricorda Pamela Mastropietro.
Ed esattamente come allora sciacalli di ogni tipo, perpetrando i più squallidi, vigliacchi copioni patriarcali e strumentali, sono in piena attività.
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