«Ho avuto il senso di essere strappata in mille pezzi»

La sensazione di «perdere la mia dignità, la mia intimità, il mio essere donna». Abbiamo raccolto, insieme ad Ilaria Di Roberto, la testimonianza di una vittima del cosiddetto «revenge porn».

La testimonianza di una sopravvissuta al cosiddetto «revenge porn», tra le violenze maschili più diffuse sul web. Raccolta grazie alla collaborazione di Ilaria Di Roberto. Scrittrice, artista, attivista femminista radicale, vittima dello stesso reato. Autrice del libro «Tutto ciò che sono» in cui due brani sono dedicati a questa vigliacca violenza maschile contro le donne. Una testimonianza anonima, perché viviamo in una società in cui è la vittima troppe volte ad essere perseguitata e non i carnefici a doversi nascondere e sparire.

Durante la videointervista è visibile il brano «Denunciate, donne!» tratto dal libro di Ilaria che denuncia e racconta proprio questa terribile realtà che troppe donne, vittime e sopravvissute a violenze maschili, subiscono. Questo il testo:

“Denunciate, donne!”

E poi ti levano i figli, affidandoli ai mariti violenti.

“Denunciate donne!”

E poi ti guardano con sospetto.

“Denunciate, donne!”

E poi non abbiamo alcuna tutela.

“Denunciate, donne!”

E poi ti domandano com’eri vestita.

“Denunciate, donne!”

E poi non vieni creduta.

“Denunciate, donne!”

E poi ti seguono di notte.

“Denunciate, donne”

E poi “Te la sei cercata!”

“Denunciate, donne!”

E poi da vittime, diventiamo carnefici.

“Denunciate, donne!”

Ma se non c’è sangue non c’è arresto.

“Denunciate, donne!”

E poi vieni emarginata.

“Denunciate, donne!”

E poi siamo noi le pazze.

“Denunciate, donne!”

Però ci vuole tempo.

Denunciare si, ma nel frattempo?

 

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