«Ci sono infiltrazioni criminali dove c'è ricchezza»

Il nuovo questore Aurelio Montaruli nella recente visita al Commissariato di Vasto ha ribadito la necessaria attenzione alle presenze criminali nel vastese. Cappa di silenzio totale dalla “società civile” anche dopo il sequestro di ventitre appartamenti ad un imprenditore considerato vicino al clan di camorra D’Alessandro.

«Ci sono infiltrazioni criminali dove c'è ricchezza»

Il nuovo questore di Chieti Aurelio Montaruli ha incontrato lo scorso 10 novembre la stampa presso il Commissariato di Vasto in via Bachelet.

Montaruli ha sottolineato che sta portando avanti, appena insediatosi, una serie di incontri con le istituzioni locali e la stampa per correttezza istituzionale e per conoscere e instaurare rapporti con il territorio, «favorisce il nostro lavoro conoscere obiettivi ed esigenze» ha sottolineato.

Il questore Montaruli durante la conferenza si è soffermato sulle presenze criminali nel Vastese e sulle soluzioni più efficaci per garantire la sicurezza. Una forte problematica è la presenza di criminalità non autoctona, proveniente soprattutto da Puglia e Campania in particolare, come emerso anche con il recente sequestro di 23 appartamenti ad un imprenditore considerato vicino al clan camorristico D’Alessandro. «Le infiltrazioni della criminalità organizzata ci sono dove c’è ricchezza» ha sottolineato l’alto dirigente della Polizia di Stato.

Le presenze, ormai consolidate, delle organizzazioni criminali e di “colletti bianchi” alleati, soci e sodali in Abruzzo sono acclarate. Le provenienze sono le più disparate: nei mesi scorsi da un comunicato stampa dell’Amministrazione Comunale di Vasto sulla gestione di un bene confiscato abbiamo avuto la documentata istituzionale conferma che i Casamonica stanno direttamente prendendo piede e il sequestro di ben ventitre appartamenti (circostanza su cui non è si è mossa foglia ed è scesa una cappa di silenzio sconcertante a livello di “società civile” e non solo) ad un imprenditore considerato vicino al clan D’Alessandro (la prima volta in cui si parlò di “investimenti” di questo clan a Vasto risale ad almeno dieci anni fa circa) sono solo tra gli ultimi avvenimenti.

L’ultima notizia è del 20 novembre con una maxi operazione dei Carabinieri che ha coinvolto le province di Pescara e Teramo: sgominata una banda italo-albanese operante prevalentemente tra Sardegna, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo e attiva nel traffico internazionale di droga.

La ‘ndrangheta opera anche in Abruzzo e, quindi, anche nel vastese, la presenza della Società foggiana è certa, e questo territorio «è fortemente turistica e quindi fa gola alle mafie più forti ed estese, come quella calabrese, e a quelle limitrofe, come quella foggiana» sottolineò in un’intervista che ci rilasciò nel maggio scorso Piernicola Silvis.

https://www.wordnews.it/labruzzo-fa-gola-alle-mafie-piu-forti-ed-estese-e-a-quelle-limitrofe

Le mafie, con particolare riferimento alla Società foggiana, vivono «soprattutto con appalti e fondi pubblici» e «si infiltrano dove possono corrompere e si gestiscono ingenti fondi pubblici» dichiarò nell’intervista che ci rilasciò nella primavera 2020 Leonardo Palmisano.

https://www.wordnews.it/la-mafia-foggiana-vive-soprattutto-con-appalti-e-soldi-pubblici

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Dinamiche e la realtà su cui ha posto l’attenzione il procuratore aggiunto di Foggia Antonio Laronga nell’intervista che ci concesse due anni fa

Piazze spaccio del vastese si riforniscono da clan foggiani, accertati investimenti in Abruzzo

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I segnali mafiosi dei fuochi e la penetrazione in Abruzzo e nel vastese delle mafie foggiane

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Abruzzo tra mafie foggiane, Casamonica, mafia dei pascoli e il rampollo del boss dei boss

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Al sequestro dei 23 appartamenti vanno aggiunte altre notizie di questi mesi. Recente quella dell’agguato con cui è stato ucciso un 40enne, Alessandro Ronzullo, a Foggia. nel 2016 i carabinieri lo arrestarono allo svincolo di Vasto nord dell'autostrada con un chilo di cocaina e a luglio scorso fu coinvolto nell'indagine dell'operazione antidroga Radar. Le indagini dell’operazione Radar, scattata nel luglio di quest’anno, hanno rilevato «numerosi episodi di infiltrazione di soggetti sanseveresi nei comuni limitrofi al confine regionale come Campomarino, Termoli, San Salvo e Vasto, dove alcuni degli indagati sarebbero riusciti a conquistare una parte del locale mercato degli stupefacenti». Nei mesi scorsi varie inchieste hanno documentato a Pescara la presenza e il riciclaggio di capitali da parte della ‘ndrangheta e delle mafie foggiane. Presenze ampiamente documentate, per riciclaggio di capitali in svariate attività economiche e spaccio, nel vastese. Sono quasi vent’anni che la cronaca giudiziaria riporta di sequestri anche nel cuore della città per infiltrazioni delle organizzazioni criminali.

Anni fa una maxi operazione delle forze dell’ordine sgominò una rete che aveva – parole testuali degli investigatori – assoggettato alla ‘ndrangheta parte del tessuto economico di Francavilla. Varie inchieste hanno documentato, come riportammo in precedenti articoli, presenze di imprenditori vicini ai clan delle mafie romane nella Marsica. Operazioni delle forze dell’ordine da quasi dieci anni hanno portato ad arresti e sequestri di bar ed altri esercizi commerciali a Vasto e soprattutto San Salvo. Nel gennaio dell’anno scorso Carabinieri e Guardia di Finanza hanno sgominato un’organizzazione, composta «prevalentemente da soggetti di etnia albanese», per spaccio ed « attività estorsive condotte anche mediante l’utilizzo di forme violente e con l’ausilio delle armi operante nell’area del Vastese» e che inizialmente era contrapposta all’organizzazione sgominata in un’altra operazione anni fa. «I canali privilegiati di approvvigionamento della sostanza stupefacente sono risultati essere in Calabria, attraverso accertati rapporti con esponenti delle “‘ndrine” operanti nell’area di Vibo Valentia, nonché in Emilia Romagna, Puglia e Abruzzo» sottolinearono le forze dell’ordine.

All’organizzazione faceva riferimento la «gestione di molteplici attività commerciali formalmente lecite, ma di fatto finanziate dai rilevanti introiti economici derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti» tra cui prevalentemente «bar, negozi di ortofrutta, concessionarie di automobili, video lottery, sale slot e servizi di scommesse, tutti luoghi idonei e strumentali a consentire anche il riciclaggio del denaro proveniente dal traffico di stupefacenti». «L’attività d’indagine ha permesso di evidenziare, inoltre, parallelamente ad una inarrestabile evoluzione criminale della struttura associativa, una serie di manifestazioni, oltremodo inquietanti, denotanti una fisiologica predisposizione all’intimidazione, attraverso l’esecuzione di attentati incendiari e danneggiamenti posti in essere tra le fazioni che si contendono l’egemonia per la gestione del servizio di “security” all’interno dei locali della costa abruzzese e molisana, con continui e plateali comportamenti violenti perpetrati dalla componente albanese tesi ad imporre l’egemonia territoriale» fu sottolineato nel comunicato in cui fu data notizia alla stampa della maxi operazione.

«Il ruolo svolto dall’associazione criminale nel controllo e nella gestione dei servizi di sicurezza dei locali notturni presenti lungo la costa meridionale abruzzese e del Molise, attraverso vere e proprie estorsioni sistematiche attuate nei confronti dei proprietari con anche l’uso di armi e materiali esplodenti» hanno portato «il P.M. prima e il G.I.P. successivamente ad ascrivere ai membri dell’associazione criminale l’aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 416 bis 1 del C.P.» resero noto gli inquirenti.    

Il 4 novembre è morto un pastore a Balsorano, l’autopsia non ha chiarito le cause del decesso. Sulla vicenda incombe lo “spettro della mafia dei pascoli” (come ha titolato un servizio il TGR Abruzzo) così come su due precedenti riportati nel nostro articolo «Mafie dei pascoli, incendi, silenzi e complicità sulla costa su mafiosi e familiari presenti» del 24 luglio scorso. Mafie dei pascoli la cui presenza è accertata, acclarata e documentata da anni e il cui spaccato si delinea nella ricerca universitaria coordinata dalla prof.ssa Lina Calandra di cui pubblicammo ampi stralci nel 2020.

Mafie dei pascoli, incendi, silenzi e complicità sulla costa su mafiosi e familiari presenti

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Mafie dei pascoli, ci sono territori che non ci appartengono più

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Abruzzo, doveroso raccontare che è un’isola infelice

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«Se non stai dalla parte giusta sei fuori da tutto»

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Incendi in Abruzzo, «interessi forti ed esterni hanno portato ad accendere i fuochi»

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«L’Abruzzo? E' terra di conquista della criminalità organizzata»

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Emergenza economica e sociale, la borghesia mafiosa sfrutta ogni occasione

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Abruzzo, un inferno pianificato in maniera militare?

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Incendi Vasto, bruciata anche discarica abusiva in via Salce (ripetutamente documentata e denunciata)

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Dietro il fuoco ci sono terroristi mafiosi ma in Abruzzo non si può dire (e per questo lo gridiamo ancora più forte)

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