Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/1

PARTE 1. Venerdì 27 ottobre, alla facoltà di Scienze Politiche a Palermo, c'è stato un incontro organizzato da “Repubblica” dopo una lettera scritta da oltre 100 studenti qualche mese fa in merito alle sue dichiarazioni nell'intervista data a “Il Foglio”.

Costantino Visconti continua ad attaccare Nino Di Matteo e Saverio Lodato/1
Ringraziamo l'autore (M. M.) per la vignetta concessa

Questo è il comunicato lanciato dagli studenti il giorno dopo l'incontro:


VISCONTI SI DIMETTA!
Ieri, a Palermo, presso il Dipartimento di Scienze Politiche, è andato in scena l'ennesimo teatrino ipocrita dell'antimafia, a cui abbiamo voluto partecipare per esprimere con forza le nostre idee.
Dopo mesi dalla nostra lettera sottoscritta da oltre 100 studenti, abbiamo avuto un confronto diretto con il professore Costantino Visconti e gli abbiamo chiesto conto delle sue parole pronunciate nell’intervista a Il Foglio.

Incalzato dalle nostre domande, infatti, il direttore del dipartimento ha asserito che, oggi, "parte dello Stato non è marcia" e ha aggiunto "se lo pensano Di Matteo e Lodato, come credo che lo pensino, io discuto la possibilità che vadano nelle scuole".

Un attacco a un magistrato e ad un giornalista da trent'anni in prima linea. Una narrazione dei fatti totalmente priva di fondamento, fuorviante e antistorica, come dimostrano migliaia di pagine di sentenze e decine di processi giudiziari.
Dire che siamo tutt* contro la mafia non è sufficiente per stare “dalla stessa parte”, come titola Repubblica oggi.
Non sono, di certo, Nino Di Matteo e Saverio Lodato a rappresentare un pericolo per gli studenti e le studentesse. Piuttosto lo sono professori come Visconti, che fanno disinformazione, raccontando che non esiste una parte marcia nello Stato. Come se la nostra non fosse la Repubblica dei depistaggi, dei segreti di Stato, dei mandanti esterni e delle complicità politico-mafiose che tutt’oggi condizionano la vita politica, culturale ed economica del nostro Paese.

Caro Visconti, ritratti le sue parole o si dimetta!

Ma andiamo ai fatti.

Venerdì 27 ottobre alla facoltà di Scienze Politiche a Palermo c'è stato un incontro con il professore Visconti, dopo la messa al bando del magistrato Nino Di Matteo e del giornalista Saverio Lodato che da più di trent'anni sono in prima linea nella lotta alle mafie tramite un'intervista rilasciata a “Il Foglio” il 20 luglio di quest'anno dove afferma che per lui “non esiste uno Stato marcio” e che

Di Matteo e Lodato non dovrebbero andare a parlare nelle scuole,

e dopo qualche mesa da una lettera sottoscritta da più di 100 studenti.

In una riunione di redazione “in trasferta” di Repubblica, in cui erano presenti i giornalisti e redattori di Repubblica il professore Visconti e il giudice Morvillo, si è parlato di come si svolge la riunione e di come si imposta il giornale (nelle varie declinazioni, dal cartaceo al digitale). Ma, il nocciolo dell'incontro, è stato sicuramente il “diverso modo di interpretare l'antimafia”, come se l'antimafia necessitasse di interpretazioni (il riferimento è chiaro allo scontro con Visconti).

La prima parte dell'incontro è stata incentrata su una vera e propria redazione di giornale, analizzando le notizie da pubblicare per ogni settore del giornale.

Dopo mezz'oretta di “redazione” si inizia con l'incontro con Visconti, coordinato dal giornalista Salvo Palazzolo. Palazzolo inizia ricordando le assemblee studentesche che si facevano nelle aule, ribadendo l'appoggio da dare ai magistrati dopo aver letto le sentenze. Inoltre dà la sua definizione di antimafia, citando Totò Riina quando parlava contro Don Pino Puglisi e l'importanza dei cronisti.