Per la Pace seguiamo l’esercito del Papa

I leader della guerra di Russia e Ucraina, non sembrano in grado di trovare una mediazione. L’unico, tra i potenti della terra, che ha detto parole chiare è stato Francesco: «la guerra è un pazzia e pazzi sono i contendenti.»

Per la Pace seguiamo l’esercito del Papa

Fervono le trattative di mettere fine alla stupidità della guerra. Mentre cadono le bombe, i governi tentano l’estremo tentativo di fermarla contro la volontà dei signori delle armi. Il mondo è in fermento. Ognuno dei contendenti mette in campo le proprie ragioni. I Popoli si mobilitano. Le forze politiche sembrano incapaci di trovare un punto di sintesi tra le ragioni e i torti dell’una e dell’altra parte.

I leader della guerra di Russia e Ucraina, non sembrano in grado di trovare una mediazione. L’unico, tra i potenti della terra, che ha detto parole chiare è stato Papa Francesco: “la guerra è un pazzia e pazzi sono i contendenti”.

Da laico agnostico, dico che ha ragione. Se nel mondo ci fosse ancora una bozza delle grandi idee di pace della sinistra politica oggi sarebbe in campo. Invece si è lasciata coinvolgere nel determinismo economico delle armi e ha perso la ragione dei lumi. Mentre continuano a cadere bombe, un caravanserraglio di prese di posizioni prolungano l’agonia e la migrazione forzata di un popolo. Non sappiamo come evolverà la crisi. Non aiutano i comportamenti dei contendenti in campo, troppi gli interessi economici dell’una e dell’altra parte.

Una parte consistente del popolo della Pace italiana si è reso protagonista di una raccolta di firme con oltre 700 mila adesioni sotto l’appello “La guerra è una follia” e chiede di negoziare subito, con determinazione, il cessate il fuoco, i corridoi umanitari, la fine della guerra, la sicurezza per tutti, il disarmo, il rispetto dei diritti umani, comprese le minoranze. Tutte le strade vanno percorse. Oltre le trattative, il Popolo della Pace lancia l’iniziativa di una Marcia Straordinaria Perugia-Assisi per la Pace domenica 24 aprile, legandola, con intelligenza, ad una altra data nel cuore dei sinceri democratici: la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo del 25 Aprile.

Due date per la Pace. Due giorni contro la guerra. Che pacifisti e resistenti facciano sentire la loro voce. Manifestino per pretendere meno armi, meno guerra, meno massacri, non solo contro Putin, ma, anche e soprattutto, contro i venditori di morte annidati dentro le “democrature” americane, inglesi e europee che hanno riempito di armi l’Ucraina.

A questo appello si uniscano tutte le forze autenticamente di sinistra nel nostro paese che, pur senza aggettivarsi con il termine “democratico”. combattono la decennale “guerra giusta” contro la vendita di armi e l’intermediazione finanziaria delle principali banche italiane, Unicredit, Intesa San Paolo, Banca Etruria e persino Poste Italiane. Bisogna evitare l’ennesima guerra minoritaria di una parte del mondo. Una guerra combattuta sul terreno europeo, come le due precedenti.

Diciamo basta al nuovo ordine globale euroatlantico portando la Nato fino alle porte della Russia che avrebbe un solo effetto immediato: rafforzare il nazionalismo di Putin.

Rino Ziccardi

 

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