Assedio di fuoco, tra i rifiuti bruciati anche amianto?

VASTO/Due maxi incendi nei primi 8 giorni di Agosto, un assalto militare contro le periferie di Vasto. Nella discarica infinita di via Salce tra la cenere compaiono i resti dei rifiuti bruciati. Tra cui una statua con la testa mozzata, incredibilmente quasi intatta, e resti di tettoie che appaiono del materiale bandito nel 1992 perché cancerogeno. E in questa settimana, dopo l'incendio, nuovi rifiuti gettati da scellerati incivili. AGGIORNAMENTO: nella notte tra il 16 e il 17 due incendi nella Riserva di Punta Aderci, uno tra Lentella e Cupello, un altro ad Alanno e un altro a Scafa.

Assedio di fuoco, tra i rifiuti bruciati anche amianto?

AGGIORNAMENTO 17 AGOSTO: la notte scorsa nuovo grande incendio nel cuore della Riserva Naturale di Punta Aderci e a Mottagrossa, il secondo rogo appena spento il primo segnala la Protezione Civile di Vasto,  altri incendi nelle stesse ore sulla trignina tra Cupello e Lentella e due maxi incendi ad Alanno e Scafa. Ieri nuovo incendio ad Ortona, Pizzoferrato assediata dalle fiamme da 4 giorni.

Solo il tetro contorno di torri di fumo e di cenere, grigio fin dove lo sguardo si perde. Corrono i giorni dopo la seconda drammatica domenica di fuoco e fiamme, di terrore e devastazione. E attraversando le strade, i campi, le case assaltate dall’inferno sembra quasi di rivivere il cammino del vecchio e del bambino della canzone di Guccini. Fumanti per giorni i terreni, geme, soffre e piange lacrime di cenere la terra ferita, offesa, colpita al cuore. In quest’estate torrida, in cui nonostante negazionismi e ottuse ironie di quint’ordine i cambiamenti climatici stanno facendo esplodere i loro nefasti effetti, questo mese sarà ricordato per il peggior assalto incendiario di sempre. Ci giungono immagini terribili, anche in questi giorni di riposo e ferie, da altre regioni. Qui nella terra tra il Tronto e il Trigno, nella fu regione verde d’Europa, le prime due domeniche d’agosto menti criminali, che mai conoscono ferie, riposo e sosta, si sono scatenate nel peggior assalto che mai si ricordi.

Un inferno pianificato in maniera militare l’abbiamo definito il 2 agosto, il giorno successivo al terrore di fuoco che ha colpito tutta la Regione con particolare accanimento da Pescara a Vasto passando per tutta la costa teatina. Vasto è stata nuovamente colpita in maniera drammatica esattamente sette giorni dopo, unica città. Una circostanza che dovrebbe far riflettere, indignare e non rassegnarsi a narrazioni fintamente rassicuranti o imprecare contro un fato che cade dal cielo come manna velenosa. Una manna che non esiste, non può esistere. Orari, estensioni, modalità, ricorrenze degli stessi luoghi, tanti sono i fattori sul terreno. Eppure, escluse alcune dichiarazioni di circostanza nell’immediato o solo dopo sollecitazioni della stampa, è calato il silenzio. Tombale, assoluto, pesante come la coltre grigia, funerea, che avvolge lì dove gli incendi si sono accaniti. L’8 agosto la zona più colpita della città è stata sicuramente la periferia sud, al confine con San Salvo. Terra considerata di nessuno, abbandonata, da chi ci abita e resiste da tanti anni. Alcuni hanno segnalato, soprattutto sui social, che gli incendi hanno colpito anche parte dell’area dove dovrebbe sorgere il nuovo ospedale annunciato da decenni. Che succederà ora visti i limiti di edificabilità su terreni incendiati? Ad oggi non ci è dato sapere e potrebbe essere questo anche un dubbio superfluo. Saranno le prossime settimane e mesi a svelarlo.  Negli stessi anni per la prima volta, come abbiamo ricordato l’11 agosto, si iniziò a parlare anche di un imponente progetto edilizio all’epoca definito SIGMA-SIV. L’ultima volta se ne parlò in pompa magna in un incontro pubblico sulla cui locandina comparve il patrocinio comunale. Circostanza che durante l’incontro stesso scatenò le ire di un allora assessore (oggi assiso alla massima carica in consiglio comunale del gruppo consiliare del PD, all’epoca molto più a sinistra il partito di appartenenza) che si disse contrario al progetto e che mai in giunta si era discusso di quel patrocinio. Quando pubblicamente qualcuno lo fece notare in un comunicato stampa la risposta fu non solo un tentativo di smentire quel che tutti avevano visto ma addirittura sprezzante e, probabilmente, oltre i limiti dell’offesa personale.  

In questo lembo di terra vastese che volge verso San Salvo sorge via Salce, lì dove ormai è quotidianità quel che abbiamo definito una vera discarica abusiva. Denunciandola e documentandola in diversi articoli. Il villaggio SIV, lì dove si son rischiate vite nell’incendio dell’8 agosto, è stato ripetutamente colpito da incendi negli anni scorsi. I rifiuti di via Salce sono stati incendiati già nel 2015 e due volte nel 2017, la prima nel febbraio di quell’anno. In pieno inverno. Ognuno tragga le sue conclusioni. Dovrebbero essere univoche ed ovvie. L’abbiamo ricordato anche lo scorso 22 luglio quando abbiamo, ancora una volta, documentato e denunciato la situazione. Il 9 Agosto siamo tornati per documentare la situazione dopo il maxi incendio del giorno prima. Scendendo abbiamo incontrato i carabinieri, lì presenti per un sopralluogo, presenti come il giorno prima insieme a vigili del fuoco e protezione civile nell’eroica lotta contro il fuoco. Di altri che dovrebbero, per competenza, esserci non abbiamo ancora notizia. Il giorno dopo come oltre una settimana dopo. Nel nostro precedente articolo  abbiamo pubblicato foto e video del nostro sopralluogo. Tra le decine di foto su alcune è necessario soffermarsi di nuovo. Sbuca tra la cenere una statua con la testa mozzata, apparentemente e incredibilmente quasi intatta. Nel dicembre 2016 qui furono gettati alcuni fusti di oli esausti, incendiati nel febbraio 2017. Ora si trova anche una statua (con la testa mozzata). Ennesima prova che non siamo di fronte solo all’imbecillità e alla scelleratezza di «sparuti zozzoni». Percorrendo la strada, tra buste, plastica e materiali di ogni tipo, sono sbucati diversi contenitori in metalli vari. E a qualche metro dal ciglio e quindi non certo gettati in un momento di stupida inciviltà, resti di tettoie.  Ripubblichiamo la foto, evidenziando questi resti, così che chiunque può vedere e valutare. Perché quei resti, a cui per ovvi motivi di sicurezza ed incolumità non siamo riusciti ad avvicinarci, appaiono abbastanza chiaramente in amianto. Il materiale diffuso per decenni anche nelle costruzioni (Vasto dovrebbe ricordare il dramma degli operai della SVOA che, per decenni, hanno lavorato immersi) e bandito dal 1992 perché cancerogeno. Le fibre dell’amianto decomposto e danneggiato sono tra i maggiori veicoli di pericolosità per i polmoni, tra le maggior cause dei tumori che l’amianto ha provocato. Questi rifiuti si sono incendiati, come da noi temuto e denunciato tante volte, l’8 agosto. E, ormai molti giorni dopo, si stagliano ancora nel tetro e grigio contorno. 

QUI L'INTERA GALLERIA FOTOGRAFICA DURANTE INCENDIO DELL’8 AGOSTO E DEL NOSTRO SOPRALLUOGO DEL GIORNO SUCCESSIVO http://heval.altervista.org/incendi-vasto-bruciata-discarica-abusiva-via-salce-tante-volte-denunciata-galleria-fotografica/

DOPO L'INCENDIO SCELLERATI INCIVILI CRIMINALI CONTINUANO AD ALIMENTARE LA DISCARICA, MOLTI RIFIUTI GETTATI INTORNO A CASSONETTI COLMI. E DAI TERRENI BRUCIATI EMERGE MISTERIOSAMENTE UN «MEZZO CANALONE», QUI LE FOTO DEL NOSTRO SOPRALLUOGO DEL TARDO POMERIGGIO DEL 16 AGOSTO http://heval.altervista.org/dopo-incendio-vasto-8-agosto-nuovi-rifiuti-tra-la-cenere-misterioso-canale-e-pesante-interrogativo-bruciato-anche-amianto-galleria-fotografica/

 

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