Ecco come viene trattato un testimone di giustizia

LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE ONORARIO DI DIOGHENES APS. «Sono rimasto solo, tanto da dovermi nascondere, come un latitante. Spostandomi giorno per giorno, di corsa, percorrendo in tre giorni 690 chilometri. Ma dopo 13 anni ancora non capisco dove sia il corto circuito, da una parte vengo super protetto in località segreta. Quando vado a Napoli ho la scorta, quando vengo convocato per impegni giudiziari, cioè a testimoniare, c'è anche l'auto blindata con ben tre uomini di scorta.»

Ecco come viene trattato un testimone di giustizia
Il testimone di giustizia

Che qualcosa non abbia funzionato lo avevo capito appena atterato all'aeroporto di Lamezia Terme, ma il mio capo scorta della località protetta mi aveva avvisato "Noi abbiamo inviato tutto in tempo ma non ti assicuro che poi ....".

Quasi un volermi avvisare a non partire, un segnale: "lì puoi restare solo" ed è così è stato.

Sono rimasto solo, tanto da dovermi nascondere, come un latitante. Spostandomi giorno per giorno, di corsa, percorrendo in tre giorni 690 chilometri. Ma dopo 13 anni ancora non capisco dove sia il corto circuito, da una parte vengo super protetto in località segreta. Quando vado a Napoli ho la scorta, quando vengo convocato per impegni giudiziari, cioè a testimoniare, c'è anche l'auto blindata con ben tre uomini di scorta.

Ma poi vado a Petilia Policastro, in provincia di Crotone, e nulla. Nulla di nulla.

Tanto che qualcuno ha anche detto: "ma come è possibile che non sei protetto". A questo punto credo che questo ennesimo abbandono sia un ulteriore segnale a chi denuncia, ai testimoni di giustizia. Ma c'è un andata e un ritorno e mentre alla partenza ero stato accreditato per il passaggio nell'area sterile, pronto per partire, al ritorno ho subito l'ennesima umiliazione. Al passaggio una guardia giurata incaricata dei controlli mi ha iniziato a perquisire, una prassi normale.

Ma poi i controlli sono diventati più serrati.

Ma lei ha un giubbotto antiproiettile? Chi è Lei? Si fermi non si muova, dobbiamo chiamare la polizia. E all'arrivo della polizia? Stessa cosa: Chi è Lei? Perché viaggia con un GAP, se lo tolga. Lo dia a noi, dobbiamo controllare.

Ho dovuto cedere, non avendo altra possibilità, restando sotto lo sguardo attento del personale di polizia e delle guardie giurate che, in aggiunta, con curiosità si sono lasciati a tante considerazioni. Poi la domanda del poliziotto: "Ma la sua scorta dov'è?"

Ed allora inizia il calvario. La procedura delle tante chiamate. Ma questa volta il poliziotto, uomo di esperienza, ha detto: "ma a Lei chi la tutela?"

Io ho risposto: "I carabinieri". Ed allora rivolto alle guardie giurate, ha intimato: "Chiamate i carabinieri". Giunti sul posto i carabinieri, con molto garbo, ma sempre sotto attenta osservazione "mi segua, piano piano, andiamo in un altro ufficio, ma prima deve fare la perquisizione". E con questa sono tre. 

Guinti nel posto fisso dell'aerostazione il carabiniere mi ha chiesto il documento ed è qui che cade tutto il sistema protezione.

Ma Lei da dove sta venendo? E perché non c'è la scorta? Ho iniziato con educazione e calma a spiegare tutto, almeno ciò che potevo. Almeno questa volta ho trovato un militare che sapeva la differenza tra testimone di giustizia e collaboratore di giustizia. 

L'ennesimo giro di telefonate e la solita frase: "Gennaro stai calmo, Gennaro stai calmo, qualcosa non ha funzionato". La telefonata di conferma alla stazione carabinieri di Petilia Policastro: "Qui abbiamo il testimone di giustizia Ciliberto, così dice lui, che è venuto ad un evento da voi (Premio Nazionale Lea Garofalo, prima edizione, nda). Me lo conferma?"

Dopo la conferma mi hanno accompagnato presso i gates con un altro corteo: due militari ed io nel mezzo e le guardie giurate a guardare. Mi sono seduto e tirato un gran respiro. Ma la rabbia è troppa e seduto osservo la "processione" degli addetti alla sicurezza che passano, guardano e vanno via. Forse si staranno chiedendo chi è?

Ma siccome ogni accesso è giustamente censito, da oggi, molte persone sapranno che Ciliberto Gennaro non è più Ciliberto e così 13 anni di protezione sono svaniti in 40 minuti che per me sono la conclusione di una tragedia già annunciata.

 

 

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