Emergenza sanitaria da sprofondo rosso ma Abruzzo quasi da «zona gialla»?

La pandemia dilaga in tutta la Regione, situazione sempre più allarmante, sistema sanitario pubblico in affanno. Ma, secondo il governatore, il 12 marzo c’erano «numeri da zona gialla». Come è possibile?

Emergenza sanitaria da sprofondo rosso ma Abruzzo quasi da «zona gialla»?
pagina facebook ASL Lanciano-Vasto-Chieti, nostra elaborazione

L’emergenza sanitaria sta facendo piombare tutta l’Italia in un incubo che appare quasi senza fine, nelle ultime settimane è tornata a serpeggiare sempre più una parola che si sperava fosse confinata all’anno terribile che ci siamo messi alle spalle: lockdown. Le imminenti festività pasquali saranno considerate ad alto rischio, tutto il territorio nazionale sarà praticamente in zona rossa e il giallo è ormai sparito dalla cartina. L’Abruzzo non è immune, ovviamente, da questa situazione drammatica: la «terza ondata» ha travolto le province di Pescara e Chieti e sta avanzando anche nell’interno.

Ad Ottobre il presidente della Regione Marco Marsilio (Fratelli d’Italia) e l’assessore alla sanità Nicoletta Verì (Lega) affermarono che l’Abruzzo stava tenendo meglio di altre regioni. Pochi giorni dopo si sfiorò la saturazione delle terapie intensive e la «seconda ondata» ci travolse: l’Abruzzo fu l’unica regione a non conoscere un solo giorno nella fascia a basso rischio («zona gialla») fino alla fine del 2020. Ormai un mese fa l’amministrazione regionale annunciò che «per un soffio» la regione adriatica si era salvata dalla «zona rossa» e che stava «tenendo». Due province, Pescara e Chieti, però vi stavano tornando con l’intero territorio. Una settimana dopo parziale retromarcia e, al posto delle province intere, Marsilio ha firmato una nuova ordinanza per stabilire «zone rosse» solo un nutrito elenco di Comuni. Aumentato in queste settimane in cui, anche nei Comuni in «zona rossa», sono scoppiati nuovi focolai e sono cresciuti in maniera esponenziale i contagi.

Se le restrizioni dovrebbero essere le più rigide, se gli spostamenti dovrebbero essere al minimo come è possibile?

È questo il primo di vari interrogativi che sorgono in queste settimane e che sono stati posti anche alla nostra attenzione. E, doverosamente, riportiamo. La settimana scorsa il Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi ha firmato un decreto legge che ha inasprito su tutto il territorio nazionale le restrizioni e portato quasi tutta l’Italia almeno in «zona arancione». Il 12 marzo dall’amministrazione regionale hanno dichiarato che «la Regione avrebbe uno scenario compatibile con la zona gialla» ma, per effetto delle decisioni governative, non sarà così. L’Abruzzo quindi sarebbe vicino alla fine di un incubo se non fosse per Draghi? Nella stessa nota la giunta sottolinea che le misure restrittive, soprattutto nell’area metropolitana Pescara-Chieti, starebbero dando «risultati apprezzabili anche se insufficienti a decretarne la cessazione e ad alleggerire la pressione ospedaliera che rimane ai livelli più alti mai toccati prima». In uno scenario «compatibile con la zona gialla»?

La nota del 12 marzo riporta che l’indice Rt medio è a 1.05. Il 5 marzo la stessa Regione ha sottolineato in una precedente nota «un robusto arretramento dell’indice Rt che da 1.13 scende a 0.96». Quindi in una settimana, calcolatrice alla mano, dovremmo concludere che l’indice, importantissimo nella collocazione in una fascia di rischio, è aumentato? In riferimento alle restrizioni che dovrebbero far diminuire focolai e contagi soprattutto nelle zone rosse, cosa che in alcuni Comuni pare non sia accaduto, nella stessa nota l’amministrazione regionale ha reso noto che i comuni con maggiori restrizioni non sono più definiti in «zona rossa». Così da poter seguire il vecchio DPCM in scadenza (quello Conte sempre criticato e attaccato a livello nazionale da Salvini e Meloni) e non «la nuova disciplina del DPCM Draghi» che «contiene alcune norme più restrittive».

Se non fosse per le decisioni nazionali il 12 marzo l’Abruzzo «avrebbe uno scenario compatibile con la zona gialla» secondo la giunta Marsilio. Il giorno prima un altro paziente era stato trasferito presso l’Istituto Casalpalocco di Roma. Nelle stesse ore un paziente è stato trasferito presso l’ospedale San Martino di Genova e un’altra presso l’ospedale Santo Stefano di Prato, un’altra paziente è stata trasferita presso il Villa Tiberio Hospital di Roma, per un altro paziente è stata individuata la disponibilità al ricovero nell’ospedale San Martino di Genova. In sintesi la notizia è che gli ospedali sono «pieni», con le terapie intensive occupate oltre il 40%, e Liguria, Lazio e Toscana che stanno correndo in «soccorso» dell’Abruzzo.

Sempre il 12 marzo in Abruzzo si sono registrati 11 morti e 515 nuovi contagi, il 10 rispettivamente oltre 600 e 37, due giorni prima 372 e 10, la settimana era iniziata con 12 morti sia lunedì che martedì. Riassumendo i dati nella settimana prima della dichiarazione di «scenario compatibile con la zona gialla» si sono registrati 117 morti e oltre 3000 contagi.

 

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata

 

LEGGI ANCHE

Sanità, il coronavirus è dilagato nella macelleria dei tagli

Coronavirus in Abruzzo, sanità allo stremo e denunce di scarsa sicurezza degli operatori

Che politica è questa?

Le disordinanze della Regione Abruzzo

Pandemia. Abruzzo tra retrocessione a zona arancione e una politica che si «slega»

PANDEMIA. L’Abruzzo retrocesso a zona arancione. Allarme sempre più rosso

Abruzzo: palcoscenico per scontri di palazzo, tra pandemia ed emergenze continue

Abruzzo. Prima della salute l’emergenza è la sanità

- L'Abruzzo torna zona rossa per 24 ore

- Abruzzo, prima settimana in «zona gialla» e nuovi lockdown comunali

- Una politica sempre più disordinata e sLegata

- Partono le campagne vaccinali e il sito web della Regione va sempre giù

- Bocciata la sgiunta, paga la scuola