José Mourinho non è più l’allenatore della Roma

Fatale al tecnico portoghese la sconfitta di San Siro contro il Milan, dopo aver subito in precedenza l’eliminazione in coppa Italia nel derby con la Lazio.

José Mourinho non è più l’allenatore della Roma

Finisce così l’avventura romanista di José Mourinho in un freddo martedì di gennaio. Dopo 138 partite spalmate in due anni e mezzo, che per l’intensità avuta sono sembrati molto di più.

Quando qualcosa si conclude è sempre tempo di bilanci, chi ne sarà felice e chi magari rimpiangerà l’addio, ma in questa circostanza la figura di un mister così divisivo per i modi e i toni che ha sempre avuto può far pensare alla prima eventualità.

Perché lo Special One è così: o lo ami o lo odi.

Da un punto di vista sportivo, si può dire che Mourinho ha sempre fallito in questi anni l’obiettivo più grande:

riportare la Roma nei vertici del campionato italiano e di conseguenza a disputare la Champions League.

Ma nonostante questo fallimento, le finali raggiunte in Europa tra Conference ed Europa League, aver attirato in sede di calciomercato giocatori di spessore internazionale come Lukaku e Dybala, l’essersi sempre battuto per la Roma, lo hanno fatto entrare nel cuore e nella memoria dei tifosi.

Giudicare al momento la stagione attuale è complicato, perché in campionato la zona Champions è a soli 5 punti e in Europa a febbraio arriveranno i sedicesimi contro il Feyenoord. Decisive per questa decisione drastica della società, sono state le ultime due sfide con Lazio e Milan, in cui oggettivamente parlando si è faticato a tirare in porta.

L’impatto più determinante nella sua gestione tecnica è stato nei tifosi:

più di 60.000 spettatori di media all’Olimpico, numeri che non si vedevano dal lontano 2001 (anno dello scudetto), grande seguito dei tifosi in giro per l’Europa, comprese le finali di Tirana e di Budapest.

Risultati straordinari, che grazie alla sua influenza hanno dato una svolta significativa al mondo romanista. Il punto nel giudicare il suo operato sta nelle aspettative riposte in virtù delle sue precedenti esperienze. Mourinho ovunque è andato, ha vinto sempre qualcosa ed è per questo che si è creato l’appellativo di “Special One”, aumentando le pressioni su di sé in modo impressionante.

Perché se sei più bravo degli altri, automaticamente devi ricavare di più. Stesso motivo per cui uno come Carlo Ancelotti verrà ricordato come una meteora di passaggio a Napoli. Per arrivare ad un giudizio, occorre tirare in ballo ogni singolo fattore, non dimenticando la proprietà. La famiglia Friedkin si è dimostrata sempre molto ambiziosa, ma non hanno mai messo a disposizione del mister una squadra competitiva per lo scudetto, e questo anche per chi ha sempre criticato Mourinho è un dato evidente.

La grande quantità di partite da giocare in settimana, non sono state di aiuto per raggiungere vette più alte in campionato e hanno spremuto la squadra, ma se si fosse giocato una volta a settimana come la Juve quest’anno, non sarebbe bastato ugualmente per giocare un campionato di vertice assoluto.

Per quello ci voleva un miracolo.

Un altro aspetto da tenere in conto è l’immagine che ha offerto ad un’altra schiera di appassionati, quella dello showman ormai bollito, pronto per accettare un contratto faraonico e trasferirsi in Arabia Saudita, così da raggiungere altri suoi colleghi noti. A tanti altri mancherà la sua versatilità nei dialoghi e nel catturare la curiosità della TV, con la sua manipolazione comunicativa.

Mancherà pure il Mourinho versione amico dei tifosi, patriottico, antigiochista, polemico con gli arbitri e con gli avversari.

immagine presa da 'La Repubblica'

Adesso toccherà a Daniele De Rossi occuparsi della squadra e a riuscire negli obiettivi stagionali sia in Italia che in Europa. La sua chiamata è molto simile a quella del Napoli nei confronti di Mazzarri:

uno italiano, uno che conosce benissimo l’ambiente e che non da garanzie nel medio o lungo periodo.

Questo modo di operare è parecchio discutibile, perché cambiare in corsa con gli obiettivi ancora alla portata, non è sempre positivo, a meno che non vi sia stato un vero e proprio fallimento da causare un allontanamento.

Considerando tutto questo, va pure detto che a volte cambiare ha portato freschezza e risultati diversi, svoltando stagioni che sembravano irrimediabili. Allora non resta che augurare questo ai tifosi, che “Capitan Futuro” rimanga il più a lungo possibile, magari arrivando fino a Dublino.

immagine di copertina presa dai social di Mourinho