Premio Nazionale Lea Garofalo, le riflessioni del dott. Ferdinando Bianchini
LA TESI SULLA 'NDRANGHETA AL NORD (nel Paese di don Camillo e Peppone). «Sono il Dott. Ferdinando Bianchini, lo studente che ha fatto la tesi sulla 'ndrangheta a Brescello, paese di Don Camillo e Peppone. Ospitato a Petilia Policastro in occasione del 1° Premio Nazionale Lea Garofalo con Catia Silva, dall'associazione Antimafie e Antiusura Dioghenes APS.
Ciao Paolo (Presidente associazione Dioghenes APS), e a voi tutti,
sono il Dott. Ferdinando Bianchini, lo studente che ha fatto la tesi sulla 'ndrangheta a Brescello, paese di Don Camillo e Peppone. Ospitato a Petilia Policastro in occasione del 1° Premio Nazionale Lea Garofalo con Catia Silva, dall'associazione Antimafie e Antiusura Dioghenes APS.
Nel ringraziare tutti voi per la vostra indescrivibile ospitalità, sento il dovere di trasmettervi le emozioni che ho provato in quei quattro giorni nella vostra Regione, nel vostro Paese. Ricordi che rimarranno indelebili nella mia mente. Gli incontri con gli studenti delle scuole, con i loro insegnanti e voi relatori, in particolare Marisa Garofalo un esempio di donna, mi hanno fatto comprendere che la distanza tra l'Emilia e la Calabria è solo in chilometri. I problemi e i pericoli della criminalità mafiosa ci uniscono come un cordone ombelicale.
L'Emilia, che a gran voce urlava siamo una terra di anticorpi, immune alle organizzazioni mafiose, qualsiasi cosa succedeva erano problemi del Sud, a noi non riguardavano: ora capisco, quest'invito era solo per nascondere i lupi travestiti da agnelli e di girarsi dalla parte sbagliata.
Ma non è così, se chi prima di me non fosse stato miope per convenienza, se non avesse trascurato questo cancro mafioso, non di certo saremo arrivati a questo punto, di queste Mafie ne avremo fatte ben volentieri a meno in tutto il nostro territorio.
Giornate di forte interesse culturale, conoscere per capire, capire per continuare a trasmettere i valori della legalità, portare a conoscenza che giocare con le Mafie è una partita pericolosa, se entri in quel campo e vuoi uscirne, non sarà possibile, ti aspetterà solo la morte, la vendetta è nel loro DNA, le regole non si possono trasgredire.
Le Mafie non accettano tradimenti.
Noi giovani, che siamo il presente, non possiamo più dire che non conosciamo, ora sappiamo come agiscono, quale sia il loro intento, quanto loro scommettono sul nostro silenzio, per impossessarsi delle nostre vite, manipolare le nostre menti con la loro mentalità mafiosa.
Non permettiamo ancora che questo accada, se così fosse saremo solo dei vigliacchi, come avremo il coraggio di guardare negli occhi i nostri figli, le nostre future generazioni?
Questo mio messaggio è un grido d'aiuto e un invito ad aiutarci in tutti i modi possibili, voi che conoscete ancor meglio di noi le strategie mafiose.
Se saremo tutti uniti, questa terra un giorno sarà bellissima, come diceva il magistrato Paolo Borsellino.
Rinnovo i miei più calorosi ringraziamenti per avermi dato questa possibilità, con la speranza di avervi presto nel mio Paese. Stiamo già organizzando quest'evento, la vostra presenza, le testimonianze che voi porterete, saranno una dimostrazione di collaborazione e determinazione per poter sconfiggere queste maledette organizzazioni criminali.
Un arrivederci da un vostro amico Ferdinando Bianchini
Brescello 30 novembre 2022
Ferdinando ha donato la sua tesi universitaria sulla 'ndrangheta a Brescello agli Studenti vincitori del Bando e ai rappresentanti delle Istituzioni della Regione Calabria.
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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
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