Riparare il mondo dalle mafie, arginare il male mafioso con una giustizia giusta e umana

Dalle crepe del dolore può venire la luce più forte, la testimonianza di Pinuccio e Lella Fazio, genitori di Michele, ucciso dalla mafia ventidue anni fa

Riparare il mondo dalle mafie, arginare il male mafioso con una giustizia giusta e umana

Vittime innocenti di mafia, le vittime delle organizzazioni criminali uccise oneste, pulite, che le hanno combattute o ne sono state colpite perché vivevano in luoghi del nostro Paese in cui i clan sono ferocemente e brutalmente attivi. Sono persone di tutte le età che non hanno mai partecipato al male, mai sono state parte del Paese orrendamente sporco ma ne sono state colpite. Vite che documentano e testimoniano l’efferatezza, la pericolosità sociale, la brutalità disumana del pluriverso mafioso.

Tra pochi giorni sarà l’anniversario dell’omicidio di Michele Fazio, una delle centinaia e centina di vittime innocenti uccise dalle mafie in Italia. I genitori Pinuccio e Lella si sono battuti perché Michele avesse giustizia, perché i suoi assassini fossero consegnati alla giustizia. E della costruzione di percorsi di giustizia sono protagonisti da tanti anni.

Un percorso di impegno civile, umano e sociale. Sono tornati a testimoniarlo a Vasto il 1° luglio, due giorni prima (per le casualità del calendario) dell’anniversario del commiato terreno di Alexander Langer.  

«Provate sempre a riparare il mondo» scrisse tanti anni fa Alexander Langer, uomo delle istituzioni, scrittore, attivista, giornalista, traduttore.

Era il suo invito di fronte il mondo che vedeva di fronte a se, rotto da ingiustizie, violenze, già allora smarrito e sempre meno umano. Impegnarsi costantemente a riparare, a cucire le tele strappate delle vite. Langer lasciò volontariamente questo mondo il 3 luglio 1995 e nel suo commiato invitò a «continuare in ciò che è giusto», ad impegnarsi per la giustizia. Una giustizia che sia tale e non altro, che ripari il male ed impedisca che ci sia ancora altro male.

Il tema dell’incontro a Vasto di Pinuccio e Lella Fazio è stato la «giustizia riparativa», un concetto che già fece capolino nella stesura della Costituzione italiana ma solo l’anno scorso con la riforma Cartabia è entrato a pieno diritto nell’ordinamento legislativo italiano.

Pinuccio e Lella Fazio sono stati protagonisti dell’incontro presso la Pinacoteca di Palazzo D’Avalos, e nel pomeriggio di un incontro presso la Casa Lavoro di Vasto, evento conclusivo di un progetto sostenuto  dall’ Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Pescara, finanziato dalla Cassa delle Ammende e  realizzato presso l’Istituto Penale di Vasto, ed è stato organizzato con l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Vasto e l’impegno dell’assessore delegato Anna Bosco.

Una giornata che ha evidenziato il forte legame della città con i coniugi Fazio e frutto di un lungo percorso iniziato anni fa (che ha portato anche all’intitolazione di un parco pubblico alla memoria di Michele Fazio) che ha visto fortemente impegnata con passione l’assessore Bosco e tutto il suo assessorato. Durante l’incontro Pinuccio Fazio ha ringraziato varie volte Vasto, l’ha definita la loro seconda casa, aggiungendo «Anna non ti chiamo assessore ma Anna» sottolineando un legame umano, di amicizia, di condivisione prima ancora che istituzionale. Dopo il saluto introduttivo dell’assessore Bosco l’incontro con Lella e Pinuccio Fazio è stato moderato da Damiano Nirchio del Progetto Ri.ME - Coop. Crisi di Bari con gli interventi di Ilaria De Vanna, Progetto Ri.ME - Coop. Crisi di Bari, Giusy Rossi della Casa Lavoro di Vasto, della testimonianza franca, intensa e vibrante di alcuni internati nella Casa Lavoro e in conclusione anche della presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Vasto Raffaella Valori. Un intervento nel quale è stato sottolineato che troppo spesso nel dibattito pubblico quando si fa riferimento alla parola giustizia in realtà si parla di altro, soprattutto di vendetta. Vendetta che non è giustizia, che non è argine al male, che non ripara.

E la testimonianza di Pinuccio e Lella Fazio ne è profonda dimostrazione. È stata la loro tenacia a portare all’arresto degli assassini del figlio Michele, la stessa tenacia che li ha portati ad incontrare uno di loro e a far nascere un percorso di consapevolezza civile e di re-inserimento sociale di ex detenuti. Da cui è nata persino una realtà come Vita Nuova che esiste per dare una nuova possibilità e un nuovo percorso a chi è stato in carcere.

Parole intense, vibranti, forti, quelle di Pinuccio e Lella Fazio che hanno testimoniato oltre vent’anni di vita e di impegno civile, di lotta contro le mafie nel nome di una giustizia giusta, di un argine forte all’avanzare dei clan nel loro quartiere e in tanti altri luoghi.

C’è una parola che è stata ripetuta molte volte negli interventi di Pinuccio, una delle parole più umane e calde che esistono: abbraccio. La loro è una vita di abbracci, di calore umano che diventa cammino sociale ed impegno civile, che supera ogni barriera e ogni male. Abbraccio come quello con l’assassino del figlio che hanno perdonato, come il grande abbraccio continuo nel tempo della e con la città di Vasto, come gli abbracci che si sono scambiati durante l’incontro anche con gli internati della Casa Lavoro di Vasto presenti. Uno di loro, intervenuto durante l’incontro, ha donato ai coniugi Fazio un quadro artigianale da lui realizzato come omaggio agli amici Pinuccio e Lella, nel ricordo di un ragazzo – Michele – che oggi è figlio di tanti, è nel cuore di tantissimi. È stata una mattinata con tanti momenti di commozione, di riflessione, forti.

Al termine dell’incontro presso la Pinacoteca ci si è spostati nel parco Michele Fazio. Qui sono intervenuti anche l’autore del libro «le tre facce della violenza» Francesco Longobardi (criminologo forense e accademico presso l’Università di Diritto internazionale Isfoa) e la responsabile del nido d’infanzia Mary Poppins Melania Dottori nella cerimonia con cui il parco Michele Fazio è stato adottato dal nido Mary Poppins.

Un luogo di educazione e formazione, un luogo in cui protagonisti assoluti sono le future generazioni si prenderà cura del parco, della memoria di un ragazzo ucciso dalla mafia, un filo della memoria tra presente e futuro, un impegno costante ad essere sempre riparatori e mai distruttori, a credere nella giustizia. Dalla crepa di un grandissimo dolore, parafrasando Leonard Cohen, può entrare la luce più forte. Lo ha testimoniato anche il cielo ieri mattina durante la cerimonia al parco Michele Fazio. Nubi sempre più nere e pioggia, che si preannunciava battente, hanno fatto irruzione.

Ma in pochi minuti la perturbazione è passata ed è tornato a far capolino un timido sole, dietro la pioggia c’è sempre il sole, dopo le lacrime del dolore può esserci la luce.

«Michele Fazio, ucciso per errore in un agguato tra clan rivali a Bari Vecchia il 12 Luglio 2001, non è solo una testimonianza di lotta alla mafia, di impegno a superare il vincolo dell’omertà, ma porta con se una testimonianza di giustizia riparativa nella composizione di un dialogo tra i suoi genitori e gli autori dell'offesa supportati dai loro mediatori – ha raccontato l’incontro l’assessore Anna Bosco - subito dopo nella villetta di Via Pietra di Vasto, intitolata già dal 2001 alla memoria di Michele Fazio, si è svolto l’incontro con la responsabile del nido d’infanzia Melania Dottori che ha già avviato progettualità outdoor con i bambini e genitori del proprio Nido» concludendo «grazie come sempre a Pinuccio e Lella, amici della Città di Vasto, ed a tutti coloro che ieri hanno voluto ascoltarli e abbracciarli». «Grazie Vasto. Bellissima giornata ricca di incontri – ha scritto Pinuccio Fazio - grazie alla città di Vasto, alla comunità,e a tutti i detenuti che alla fine che hanno ascoltato la nostra testimonianza ci hanno dato un grande abbraccio.....grazie di cuore a tutti».