Abd El Salam, ucciso come Adbil nella «Gotham City del commercio»

Sfruttamento nella logistica, l’omicidio di Novara del 18 giugno ha riportato alla mente quanto accaduto a Piacenza nel settembre 2016 quando fu ucciso un sindacalista dell’Unione Sindacale di Base.

In un Paese senza memoria, sfruttata e piegata agli interessi più sporchi e immondi, la memoria vera e completa è un esercizio scandaloso. Mentre la grande stampa filo-padronale e le destre tentavano di gettare una cappa di omertà sulla morte di Adil Belhakdim - basti pensare alla copertura mediatica del flop di piazza leghista e la scarsa copertura dei 15.000 scesi in piazza contro lo sfruttamento nella logistica – c’è chi ha ricordato Adb El Salam. Lavoratore egiziano a Piacenza e sindacalista dell’Unione Sindacale di Base, ucciso schiacciato da un mezzo nel settembre 2016.

«Un nostro compagno, un nostro fratello è stato assassinato durante il presidio e lo sciopero dei lavoratori  – denunciò il sindacato di base - Questo assassinio è la tragica conferma della insostenibile condizione che i lavoratori della logistica stanno vivendo da troppo tempo. L’USB si impegna alla massima denuncia dell’accaduto: violenza, ricatti, minacce, assenza di diritti e di stabilità sono la norma inaccettabile in questo settore». «Il responsabile del magazzino  incitava i camion ad investire i lavoratori che avevano fatto un picchetto davanti ai cancelli dell’azienda» raccontò in lacrime Elsayed Eldani, il fratello - diceva ‘andate avanti, andate avanti, asfaltatelo come un ferro da stiro'».

Adb El Salam nella lotta che si stava portando avanti a Piacenza si schierò in prima fila, urlando al megafono indignato e combattivo. Indicando una strada ben precisa, nell’Italia servile e clientelare dei «materassi di piume» che si stendono e ruttano a comando stesi sul divano. Fino ad essere ammazzato quella notte. Era, ed è come dimostrano l’omicidio di Novara e le violenze squadristiche precedenti, la lotta contro il caporalato delle merci, lo sfruttamento schiavistico di un settore che fatturava 200 miliardi di euro l’anno in cui la manodopera – quasi interamente composta da marocchini, egiziani e pachistani – trasportava ogni giorno tonnellate di merci con paghe basse e ritmi forsennati.

Due mesi dopo Alessio Lega, da noi intervistato a margine di un concerto a Vasto nel febbraio dell’anno scorso, dedicò una canzone al sindacalista USB. Così descrisse la nascita della canzone, sottolineando lo sfruttamento schiavistico di quella che definisce la «Gotham City del commercio, dove l’uomo è solo una pedina da schiacciare e nessun supereroe può salvarci ma dove un maestro è venuto fin dall’Egitto a mostrarci, a costo della sua vita, cosa vuol dire la dignità».

Nella notte fra il 14 e il 15 settembre del 2016 Abd El Salam Ahmed El Danf, operaio egiziano di 53 anni e sindacalista dell’Unione Sindacale di Base (USB), viene schiacciato e ucciso da un camion che forza un picchetto davanti ai cancelli della Gls di Piacenza, una protesta organizzata dal suo sindacato nell’ambito di una dura negoziazione con l’azienda per cui Abd El lavorava in subappalto.

Su questa vicenda ho scritto una canzone intitolata semplicemente “Abd El Salam”, un brano non incluso in “Mare Nero” ma pubblicato oggi su Youtube con l'urgenza di chi vuole raccontare una storia affinché essa non scompaia dalla memoria collettiva.

La vita, la notte, l’amore e la tragedia non ci lasciano il tempo di occuparci solo di ciò che abbiamo programmato.

La tragica morte di Abd El Salam mi ha colpito e sconvolto: immigrato dall’Egitto, padre di cinque figli, al paese suo un maestro di scuola, qui era un operaio assunto a tempo indeterminato. Un lavoratore tutelato (per quanto si può) che lottava per sé e per tutti, per i suoi figli, i suoi fratelli e per i nostri. Il suo assassinio (rivendico questa parola per quello che è stato fatto passare per un 'incidente') ci interroga tutti: troppo poco ce ne siamo accorti. Ho dunque scritto, come un buon cantastorie, una canzone su di lui.

Al mio fianco un grande amico e un grande cantautore come Davide Giromini: insieme abbiamo fatto un livido ritratto della nostre civiltà, di questa Gotham City del commercio, dove l’uomo è solo una pedina da schiacciare e nessun supereroe può salvarci, ma dove un maestro è venuto fin dall’Egitto a mostrarci, a costo della sua vita, cosa vuol dire la dignità.

 

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