Ipocrisia di Stato. Forse pure di altro?

IL PAESE SENZA MEMORIA. Oggi è stato inaugurato l'ennesimo Museo, a Palazzo Jung a Palermo, per ricordare i caduti nella lotta alle mafie.

Ipocrisia di Stato. Forse pure di altro?


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Davvero si può essere così? Davvero si ha il coraggio di venire a Palermo e ricordare i morti della strage di Capaci? E poi da chi? Da chi ha voluto che l'anno scorso ci manganellassero le forze dell'ordine?

Da chi prende centinaia di migliaia di fondi pubblici in nome di una certa antimafia? O da chi oggi ricorda il dottore Falcone e da domani, così come ieri, uccide il suo operato?

immagine presa dal web

Inaugurazione del “Museo del Presente” a Palazzo Jung, a Palermo.

Ci sono tutti. In pompa magna.

Migliaia di uomini e donne delle forze dell'ordine, centinaia di auto di scorta oltre alle altre auto e camionette. Ogni tanto passa un elicottero e non ci è dato sapere se utile alla sorveglianza del luogo.

Ma tutto questo spiegamento di forze, di mezzi e di persone a cosa serve?

Serve alla passerella politico-istituzionale di chi oggi si viene a sciacquare la bocca parlando di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicilli e Vito Schifani.

Forse qualcuno nemmeno li farà solo i nomi; forse qualcuno si è pure dimenticato di chi è rimasto vivo in quell'attentato ma che ancora oggi porta le cicatrici e che forse, mentalmente, ci è morto quel 23 maggio di 32 anni fa.

foto di Antonino Schilirò

Poi arrivano una ventina di auto di scorta, traffico bloccato per decine di minuti, decine e decine di persone scendono dalle auto per scortare la personalità. Ma davvero serve tutto ciò?

Sono presenti tutti:

  • Maria Falcone, sorella del giudice, con quell'ipocrisia di chi attaccava persone candidate perché prendevano voti dalla mafia ed adesso, pure oggi, ci si siede a fianco e li invita;
  • c'è il Presidente della Regione Renato Schifani e forse pure il sindaco di Palermo, Lagalla, gli stessi che hanno vinto le elezione grazie ai voti di due condannati per concorso esterno in associazione mafiosa e per favoreggiamento aggravato a cosa nostra;
  • c'è la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, la stessa che oggi ricorda Falcone e con il suo lavoro e con il voto della maggioranza, indaga solo su via d'Amelio e non guarda in maniera unitaria i morti e le stragi (così come faceva il pool e colui che oggi ricorda);
  • in ritardo per una fermata a Capaci, arrivano Matteo Piantedosi, Ministro dell'Interno, Carlo Nordio, Ministro della Difesa e Vittorio Pisani, capo della Polizia;
  • c'è Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura.

Poi ci sono tantissimi altri personaggi in sfilata in tutta questa ipocrisia.

Ingresso presidiato, al mattino divieto d'entrata, compresa in una via parallela dove qualcuno segue l'evento in forma riservata. Dietro, in piazza Magione, diversi maxischermi montati con diverse centinaia di scolaresche.

Ma cosa dobbiamo dire a tutti questi studenti?

La verità, e quindi che Giovanni Falcone è stato ucciso da quello stesso Stato che difendeva e onorava e che oggi si ostina a frantumare il lavoro che egli stesso ha fatto. 

Spero che altri parleranno a questi giovani studenti e gli faranno capire che, in fondo, non deve essere così. Ma purtroppo ancora oggi, a distanza di 32 anni di commemorazioni, lo è.

Scusaci dottore Falcone e scusateci tutti quanti voi morti, probabilmente non doveva andare così. Ma così, purtroppo, è andata.

 

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