La politica, tra cittadini e politici

La politica, tra cittadini e politici

La politica dovrebbe essere guida alla costruzione e alla crescita d'un paese, a seguire tutto il resto. Un  uomo politico è colui che, con garbo, passione e determinazione se ne prende cruccio e ne fa fondamenta stabile per l'intera società mettendo a disposizione di ognuno tale costruzione.

Poi c'è il cittadino che, non avendo passione per la politica, incarica, ma prima ancora, non avendo l'idea aspetta, e ancora prima, non avendo la volontà, chiede, e ancor ancor prima non volendo responsabilità, lascia fare.
Poi c'è il politico "scaltro", che si presta all'incarico, alle domande risponde, si spinge e si offre affinché tu, cittadino stia lì beato a non prendere carichi, a non impegnare il tuo tempo in qualcosa che, all'atto non paga.

Avviene così una scissione, da una parte l'ingegno scaltro di un uomo caparbio, dall'altra, un appagamento disinteressato d'un uomo standard.

Il disinteresse porta alla poca comprensione delle cose, l'appagamento, alla fioca fantasia, lo standard alle comuni scelte sociali.

Il prestarsi del politico nei confronti del cittadino accresce quotidianamente, accresce ogni qual volta il cittadino si bea della propria condizione di menefreghismo, accresce a dismisura quando l'ignoranza verso le cose è rivolta a tutte le cose persino a colpevolizzare lo stesso per l'incapacità di fare.

Ma il politico scaltro se ne fotte del dire e fa invece quello che tu, cittadino non fai.

Poi, c'è l'uomo che non fa il politico ma che ha imparato nel tempo svariate realtà e le mette a disposizione del prossimo, quest'uomo apporta migliorie, non smette mai di cresce ed imparare, riconosce ad ognuno un talento, quest'uomo e colui che, cambierà la politica, è colui che, senza saperlo ha attuato un processo di  guarigione.