Lo spirito di Natale

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «La inesorabile legge dello sviluppo economico incontrollato scava un abisso sempre maggiore tra paesi ricchi e paesi poveri, e determina risentimento, disperazione, odio».

Lo spirito di Natale

Le dinamiche individuali e collettive della politica, non solo in Italia ma in tutto il mondo industrialmente avanzato, si incentrano sulla narcisistica ricerca del potere e del profitto. Senza scampo. Direi senza pietà.

Non vi è posto per gli ultimi e gli esclusi.

Costoro sono i dimenticati, gli invisibili. Come in Uganda, dove la pandemia uccide anche i bambini di 5 anni, e dove il virus ha gravi effetti sulla malnutrizione. Pazienza se muore qualcuno, direbbe un impresentabile presidente di Confidustria.

La inesorabile legge dello sviluppo economico incontrollato scava un abisso sempre maggiore tra paesi ricchi e paesi poveri, e determina risentimento, disperazione, odio. Mentre una parte del mondo muore di fame, quella ricca si pone il problema di come eliminare gli eccessi della produzione, per non finire soffocata dai rifiuti del suo stesso benessere.

Occorre ripensare radicalmente un nuovo modello di sviluppo mondiale, finalizzato ad una vera giustizia sociale attraverso una equa distribuzione delle risorse collettive.

Compito immane, perchè vanno superati i diffusi egoismi, sia dei singoli che degli Stati. Ma qualcosa, forse, si può fare per superare, gradualmente, i valori della società produttivistica e consumistica. E consiste in un cambio di mentalità, di cultura e di stile di vita.

Cominciamo a liberarci dalla pressione psicologica del consumo senza sosta e senza limiti. Rifiutiamoci di costruire la nostra illusoria felicità sul possesso dei beni. Smettiamola di desiderare sempre di più, sino alla fine dei nostri giorni. Non lasciamoci guidare dalle leggi del prestigio e del superfluo.

Esercitiamo noi stessi e i nostri figli alla libertà della rinuncia al consumo. Conquistiamo un atteggiamento di modestia e semplicità, una fiduciosa serenità in contrapposizione alla presuntuosa immodestia e all'affannosa inquietudine che spesso ci divorano.

Staremo meglio con noi stessi e daremo un contributo al cambiamento. Potrebbe essere questo lo spirito del Natale.