Mario Mori: “Io mi curo per vivere a lungo, perché devo veder morire qualcuno dei miei nemici”
L'ultima sparata dell'ex direttore del Sisde che attacca Nino Di Matteo.

Mario Mori ha un passato ed una carriera non di certo lontano dai riflettori dubbiosi che hanno segnato la storia recente d'Italia e della lotta alle mafie.
Lo ritroviamo nell'arresto di Totò Riina il 15 gennaio 1993 ed è stato uno degli autori della mancata perquisizione del covo, avvenuta 18 giorni dopo.
Lo ritroviamo, come imputato, nel processo “Trattativa Stato-mafia”, prima condannato in primo grado e poi assolto.
Già comandante dei Ros ed ex direttore del Sisde, è stato sotto i riflettori pure per il (presunto) favorire la latitanza di Bernardo Provenzano. Ma adesso, dopo la sentenza sulla Trattativa, è stato assolto e sicuramente, come lui stesso afferma, si potrà togliere tutti i “sassolini dalle scarpe” che vuole.
“Adesso attacco e comincio a divertirmi io.
Mi sto curando, faccio ogni giorno 4-5 chilometri a piedi, cerco di non ingrassare perché li devo vedere morire tutti. Lo dico con odio.”
E qui il riferimento è fin troppo palese a Nino Di Matteo che di quel processo è stato il maggior esponente e per lo stesso rischia la vita tutti i giorni.
Poi torna all'attacco dicendo:
“Mafia e appalti è la storia del mio percorso professionale.
Finché avrò un giorno di vita, lo presenterò in tutta Italia, mi toglierò tanti sassolini dalle scarpe e chiederò conto di tutti gli atti avvenuti tra la morte di Falcone e Borsellino. Sono agghiaccianti.”
Più che altro sembrano agghiaccianti queste parole che risuonano in testa degli ascoltatori e che sicuramente fanno pensare che lui, alla fine, qualcosa la sappia realmente.
Nel frattempo è stato nominato come consulente della nuova commissione parlamentare antimafia. Ma il suo compito è indagare i giudici o fare chiarezza sulle stragi?
Ma caro (ex) generale, nel frattempo, inizi a a rispondere ad alcune domande:
Sa qualcosa che è successa tra la morte dei due giudici?
Perché avete ritardato la perquisizione al covo di Riina?
Non ci venga a dire che i magistrati lo sapevano che "poi avremmo staccato la sorveglianza fissa"; è una storia alla quale nessuno ci potrà mai credere perché è impossibile.
Cosa è successo realmente in quegli anni che lei sa e che noi cittadini non sappiamo?
Ci delucidi ed eviti di attaccare i rappresentanti onesti delle istituzioni.