Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto

Il maggiore dei carabinieri della compagnia di Vasto Amedeo Consales e il nostro direttore Paolo De Chiara sabato a Tufillo hanno animato un incontro, moderato dal sindaco Marcovecchio, ricco di passione, riflessione, approfondimenti sul Paese e sui nostri territori.

Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto
si ringrazia per la disponibilità delle foto la professoressa Rosa Lucia Tiberio
Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto
Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto
Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto
Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto
Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto
Tutti siamo chiamati ad essere sentinelle attive, Falcone e Borsellino si ricordano con impegno concreto

«Non chiamateli eroi» hanno ammonito l’anno scorso nel titolo di un libro Nicola Gratteri e Antonio Nicaso. Un libro che partendo dalle stragi del 1992 di Capaci e Via D’Amelio ha ricordato l’impegno di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Giuseppe Letizia, Peppino Impastato, Giorgio Ambrosoli, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rosario Livatino, Libero Grassi, Pino Puglisi e Lea Garofalo.

Chiamarli eroi, issarli su laici altari di messe cantate e santini puramente retorici li rende lontani, supermen e superwomen irraggiungibili. Se loro son stati eroi i mediocri mediomen e mediowomen che potrebbero fare di fronte l’infinito Paese Sporco delle mafie, della corruzione, dell’illegalità antidemocratica criminale? La risposta sarebbe solo nulla. E così quel che dovrebbe essere omaggio a chi si è sacrificato contro l’orrendo Paese Sporco diventa una complicità di fatto con pupi e pupari, marionette e burattini del Paese Sporco. Può apparire paradossale ma è invece la lineare e reale verità.

Quella verità, da Portella della Ginestra ad Ustica fino alle stragi e del 1992-1993 viene ripetutamente calpestata e negata. In questi giorni ricorre l’anniversario della strage di Ustica su cui abbiamo pubblicato negli anni articoli, denunce e approfondimenti su trame, depistaggi e persecuzioni.

STRAGE DI USTICA: «Siamo stati noi capitano, siamo stati noi a tirarlo giù»

https://www.wordnews.it/siamo-stati-noi-capitano-siamo-stati-noi-a-tirarlo-giu

Archiviazione caso Maresciallo Dettori, la battaglia per la verità e la giustizia continuerà

https://www.wordnews.it/archiviazione-caso-maresciallo-dettori-la-battaglia-per-la-verita-e-la-giustizia-continuera

Vicenda Dettori: l’archiviazione «rafforza» l'impegno per fare luce «su una delle pagine più buie della Repubblica»

https://www.wordnews.it/vicenda-dettori-larchiviazione-rafforza-limpegno-per-fare-luce-su-una-delle-pagine-piu-buie-della-repubblica

Non dobbiamo chiamarli eroi ma riconoscere il loro impegno e ognuno di noi, ovunque ci troviamo, lasciarci stimolare e guidare, seguire l’esempio ed essere sentinelle di legalità democratica, giustizia, fare la nostra parte – parafrasando un anonimo le cui parole in questi ultimi vent’anni tante volte sono state diffuse su strade e social – così che non ci siano alcuni che dovranno dare tutto. È la riflessione stimolata dal libro di Gratteri e Nicaso ed è stato uno dei fili conduttori, forse il principale, dell’incontro di sabato scorso a Tufillo “Cosa Nostra a casa nostra?”.

Moderati dal sindaco di Tufillo Ernano Marcovecchio, che ha stimolato la discussione con interventi puntuali e ben precisi, il maggiore dei carabinieri della Compagnia di Vasto Amedeo Consales e il nostro direttore Paolo De Chiara hanno cercato di rispondere alla domanda, una risposta lineare e apparentemente scontata ma che tale non è.

E, soprattutto, spalanca le porte a riflessioni, prese di coscienza e impegni civili e sociali infiniti. Onore al merito della scelta coraggiosa e necessaria, nel mare magnum della sterile retorica che ci inonda ad ogni anniversario, dell’amministrazione comunale di Tufillo.

Consales ha condiviso analisi sociali e giuridiche su quanto accade a livello nazionale, su cosa muove, smuove e (anche) frena la lotta contro le illegalità nel nostro Paese. Calandole poi nella realtà del vastese, un territorio che certo non vive la situazione di altri territori ma non vi è molto distante. A partire dal foggiano, terra di mafie, estorsioni ambientali (come ci denunciò il procuratore aggiunto di Foggia Antonio Laronga), narcotraffico e affari sporchi che penetrano e s’infiltrano anche nel nostro territorio.

Mafie cerignolane ed estorsioni di tipo ambientale

https://www.wordnews.it/mafie-cerignolane-ed-estorsioni-di-tipo-ambientale

Piazze spaccio del vastese si riforniscono da clan foggiani, accertati investimenti in Abruzzo

https://www.wordnews.it/piazze-spaccio-del-vastese-si-riforniscono-da-clan-foggiani-accertati-investimenti-in-abruzzo   

Grande attenzione durante l’intervento del maggiore Consales ad avvenimenti degli ultimi anni, dalle maxi risse a Vasto Marina due anni fa che crearono un forte allarme sociale all’inchiesta che coinvolse alcuni minorenni nel 2018 per la diffusione (e l’accusa di ricatti alle vittime) di foto e video di ragazze «sessualmente espliciti», al codice rosso e a quell’impegno quotidiano delle forze dell’ordine che richiede l’attiva presenza dei cittadini.

Il nostro direttore Paolo De Chiara ha ricordato alcune delle stragi dalla verità negata in questo Paese, trame, depistaggi e nulla memoria su atti, fatti, oggetti e soggetti delle stragi del 1992. Quel pozzo putrescente che ha ucciso anche dopo il 19 luglio 1992, quelle stragi hanno vittime successive.

La settima vittima di Via D’Amelio fu Rita Atria che a Paolo Borsellino raccontò e denunciò la mafia in casa propria. Rita è ufficialmente stata dichiarata suicida subito dopo la sua morte. Ma tanti sono gli interrogativi e i dubbi sugli ultimi mesi e sulle sue ultime ore. Interrogativi e dubbi che stanno emergendo in queste settimane grazie al lavoro d’inchiesta della giornalista del tg1 Giovanna Cucé, della fondatrice e vice presidente dell’Associazione Antimafie Rita Atria Nadia Furnari e della direttrice di Le Siciliane e storica collaboratrice di Pippo Fava a I Siciliani Graziella Proto. Un libro che ha portato in queste settimane alla pubblicazione del libro o ancor di più «Io Sono Rita. Rita Atria, la settima vittima di Via D’Amelio», edito da Marotta&Cafiero.

Rita Atria: «oggi non riusciamo più a dirlo che si è suicidata, ci viene difficile»

https://www.wordnews.it/rita-atria-oggi-non-riusciamo-piu-a-dirlo-che-si-e-suicidata-ci-viene-difficile

Luigi Ilardo fu assassinato ad un passo dal portare all’arresto di Bernardo Provenzano con lustri di anticipo. «Dentro lo Stato ci sono pezzi di eversione costituzionale. Ricorrono sempre gli stessi nomi» denunciarono, nella videointervista che pubblicammo il 25 giugno 2021, la figlia Luana e Antonio Ingroia.

https://www.wordnews.it/dentro-lo-stato-ci-sono-pezzi-di-eversione-costituzionale-ricorrono-sempre-gli-stessi-nomi   

Esistono questi pezzi a livello nazionale ed esistono piccole e grandi complicità, connivenze, omertà che permettono – in Molise, in Abruzzo, a Somma Vesuviana come abbiamo ripetutamente documentato e denunciato – a certi personaggi di rimanere sempre in sella, di negare giustizia e di non riuscire mai a superare, ad andare oltre certe vicende tutt’altro che edificanti per la legalità democratica e il bene pubblico.

Alcuni ricordati da Paolo citando «I veleni del Molise. Venti anni di omertà», uno dei libri da lui scritti negli anni. Come i due sui testimoni di giustizia e su Lea Garofalo. La cui memoria continua ad essere oltraggiata, offesa e attaccata come accaduto nei giorni scorsi con il secondo atto vandalico in pochi mesi a Milano contro la panchina a lei dedicata. Prima, durante e dopo il terremoto del 6 aprile 2009 – una delle più grandi occasioni da sfruttare per le mafie – clan casalesi, di camorra, di ‘ndrangheta, delle mafie foggiane si sono infiltrate e sono penetrate nel tessuto socio-economico abruzzese. Terra da cui son partiti clan, alla conquista di Roma, Ostia, Latina, e altri sono arrivati. Non manca nulla, nessuna arriva ai livelli delle regioni a tradizionale presenza mafiosa come le definisce la DIA ma tutte o quasi ci sono.

È terra di approdo del narcotraffico dai Balcani e di violenta e disumana presenza anche di mafie come quella nigeriana. Che qui punta soprattutto – dal Tronto al Trigno come spesso abbiamo denunciato – sullo sfruttamento della prostituzione. Lo stupro a pagamento che, nel silenzio e nell’indifferenza complici e disumani di troppi, poco più di dieci anni fa assassinò – e siamo stati gli unici a ricordarlo mesi fa in occasione dell’anniversario – Lilian Solomon.

Sfruttamento della prostituzione e mafie nigeriane in Abruzzo

https://www.wordnews.it/sfruttamento-della-prostituzione-e-mafie-nigeriane-in-abruzzo

Lilian e Maris Davis, storie simbolo della disumanità

https://www.wordnews.it/lilian-e-maris-davis-storie-simbolo-della-disumanita

Ricordiamo Lilian Solomon e apriamo gli occhi sui calvari delle troppe Lilian di oggi

https://www.wordnews.it/ricordiamo-lilian-solomon-e-apriamo-gli-occhi-sui-calvari-delle-troppe-lilian-di-oggi

 

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata

 

LEGGI ANCHE: 

- Il pentito: «Matteo Messina Denaro è un pezzo di merda. Voglio parlare con Di Matteo»

 

C'è un patto tra Stato e mafia? Per l'On. Aiello: «Non si vogliono guastare gli equilibri»

Cimarosa: «I figli non possono pagare gli errori dei padri»

«Le persone sono più coraggiose a Castelvetrano»

«Abbiamo bisogno della vera Antimafia, non quella da passerella»

 

Ci restano le monete

La sagra dell'ipocrisia

 

- A cosa serve commemorare?

30 anni dopo: la benedizione sui candidati dei condannati per mafia

 

 

Un Paese al contrario

 

IL CASO MANCA: altra vergogna di Stato

LA SECONDA PARTE (Video) IL CASO MANCA. Un Paese immerso nelle Trattative

- IL CASO MANCA, la seconda parte

Borsellino sul caso Manca: «Gli stessi assassini di mio fratello Paolo»

IL CASO MANCA, la seconda parte

IL CASO MANCA - Una storia tra mafia e Stato corrotto.

 

LA PRIMA PARTE (Video) - Attilio Manca è Stato ucciso

- IL CASO MANCA. Le novità che potrebbero riaprire il caso

 

L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»