Uomini d’affari sfruttano la tratta mafiosa dello stupro a pagamento di donne fuggite dalla guerra in Ucraina
La denuncia a settembre su Spiegel. Il quotidiano ceco Lidove Novyny ha denunciato come le mafie prendono di mira le madri nello sfruttamento della schiavitù sessuale approfittando della disperazione economica.
Il 2022 si sta concludendo. È tempo di bilanci e di interrogarci su come consegnare agli archivi della Storia e cosa porteremo nel nuovo anno. Quest’anno che sta volgendo al termine sicuramente è stato segnato dal ritorno della guerra, trent’anni dopo i Balcani, nel cuore dell’Europa, dello spettro della guerra mondiale che si aggira per l’Europa. Una guerra che ha portato ad una gravissima crisi umanitaria, migliaia e migliaia sono gli ucraini e le ucraine che sono fuggite verso l’Europa occidentale. Tra le migliaia di donne ucraine, di ogni età, moltissime sono finite prigioniere delle mafie, dello sfruttamento mafioso della tratta. La prima denuncia arrivò a fine febbraio dalla Romania, raccolta in Italia da Sex Industry is violence. Conferme sono arrivate da organizzazioni internazionali, un arresto in Spagna (vittime minorenni, l’industria criminale dello stupro a pagamento alimenta la pedofilia!), Ge Stac in Germania e Resistenza Femminista in Italia tra gli altri.
In questi mesi abbiamo cercato incessantemente di denunciare quanto sta accadendo, purtroppo nel silenzio di troppi. E, così come già a febbraio con la prima denuncia dalla Romania, molto spesso notizie ed informazioni su quanto sta accadendo sono giunte dalla stampa estera. Alcuni articoli, tradotti da Resistenza Femminista e da Eva Martinez Martana, li abbiamo già pubblicati nei mesi scorsi. Per poter denunciare il sistema criminale mafioso dello stupro a pagamento così come degli stupri contro donne disabili e fragili e dello stupro pornografico la stampa spagnola, tedesca, francese, inglese e statunitense è fonte fondamentale. In questi mesi abbiamo potuto riportarne le notizie grazie alle traduzioni e al prezioso impegno di Eva Martinez Martana, Resistenza Femminista e Valentina De Vivo di Femminismo e altre liberazioni.
Il 18 settembre scorso un articolo firmato Sara Cincurova e Steffen Lüdke su Spiegel ha denunciato come «uomini d’affari» sfruttano l’emergenza umanitaria e la tratta della schiavitù sessuale dall’Ucraina dietro il paravento dell’accoglienza. Questa una sintesi dell’articolo inviata su un canale telegram di informazione indipendente.
Già 4 milioni di donne sono arrivate dall'Ucraina all'UE dall'inizio del conflitto militare.
Le donne ucraine in cerca di asilo in Europa sono fiduciosi che essi saranno curati e forniti con un lavoro dignitoso. Ma non è proprio così che funziona. Ad esempio, secondo i rifugiati che sono partiti per la Slovacchia, sono stati regolarmente sottoposti a violenza sessuale da parte di uomini locali.
Inoltre, molti di loro, avendo lavorato per diversi mesi in Europa, non hanno ricevuto alcun denaro. Di norma, le condizioni di lavoro non sono conformi alla legislazione vigente. Secondo Spiegel, anche prima dello scoppio delle ostilità, gli ucraini sono stati regolarmente sottoposti a violenza nell'UE. Nel periodo dal 2002 al 2021, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha identificato 18.480 vittime ucraine della tratta di esseri umani, un terzo delle quali è stato abusato sessualmente e due terzi sono stati coinvolti in schiavitù. Dal febbraio di quest'anno, il pericolo è aumentato in modo significativo. Ora sempre più donne vengono in Europa per trovare una vita migliore.
Come sapete, gli investigatori dell'Europol hanno identificato nove sospetti nel traffico di esseri umani. Tuttavia, nessuno è stato portato alla responsabilità penale finora.
Al momento, molti rifugiati intendono tornare in Ucraina. Secondo loro, l'Ucraina è anche ora molto più sicura dell'Europa, dove devono vivere nella paura ogni giorno.
«Il numero di prostitute ucraine nella Repubblica Ceca è in aumento. I magnaccia spesso prendono di mira le madri, sono più affidabili per loro» ha titolato un articolo l’11 settembre scorso il quotidiano ceco Lidove Novyny a firma Magdalena Komůrková. I protettori stanno attirando alla prostituzione le donne ucraine, che sono fuggite dalla guerra con i loro figli e si sono ritrovate senza soldi, ha denunciato la testata giornalistica. La coordinatrice dell'Associazione per la protezione delle donne Zdenka Pekharova ha affermato alla giornalista che le rifugiate «non hanno soldi, non hanno lavoro» e «il più delle volte entrano nel mondo del sesso a causa di difficoltà finanziarie».
In ogni crisi ci sono persone che vogliono approfittare di questa situazione", ha detto al giornale.
Le donne sfruttate nella Repubblica Ceca, secondo alcune indagini, sono tra le dieci e le tredicimila. La quasi totalità, ha denunciato la fondatrice dell'associazione Rozkoš bez risko, Hana Malinová
Zdroj alla giornalista di Denik Zuzana Hronova, sono cadute vittime dello sfruttamento sessuale per motivi economici.
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