«La situazione nell'area dei Palazzi Clerico non è più sostenibile»

APPUNTI PER IL NUOVO ANNO, PERIFERIE D'ABRUZZO. Nell'anno appena trascorso «Per una nuova Rancitelli» è tornata a sollecitare l’amministrazione sulla realtà dei Palazzi Clerico lo scorso ottobre, oltre un mese dopo ha espresso disappunto per «la reazione pressoché assente dell'amministrazione».

Villa del Fuoco, periferia di Pescara. Una delle zone della città in cui c’è maggior fermento sociale ed attivismo civico, come due anni fa ci sottolineò Francesca Di Credico del comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli», ed allo stesso tempo troppe volte considerata dagli amministratori solo luogo di passerelle elettorali e poco altro.

Una parte della città conosciuta anche per la violenta presenza della malavita locale, del degrado e dell’abbandono, per lo spaccio, il racket delle case popolari e sistemi criminali perpetrati da «gente a cui non va riconosciuta nessuna dignità» (come disse anche in un’intervista, parole che sottoscriviamo in pieno, Francesca Di Credico).

Ad ottobre scorso il comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli» ha inviato una lettera aperta all’amministrazione comunale di Pescara, tornando a sollecitare attenzione «su uno dei problemi irrisolti e più evidenti che riguardano il nostro quartiere, vale a dire quello dei ruderi dei palazzi Clerico, che si trascina ormai da decenni». Una vicenda che «non è solo una lunga storia di degrado, ma anche una lunghissima storia di rassicurazioni cadute nel vuoto e di promesse non mantenute, arrivate con ogni mezzo: incontri pubblici, comunicati stampa, indiscrezioni e, soprattutto ultimamente, dichiarazioni sui social» sottolineano i cittadini nella lettera.

«”Mi hanno assicurato che a ottobre andranno giù”: così ha scritto ad esempio il sindaco Carlo Masci circa un mese fa, rispondendo a un residente su Facebook. In una precedente sortita sui social, lo stesso sindaco aveva indicato il marzo scorso come mese decisivo. In precedenza, in dichiarazioni rilasciate alla stampa da diversi amministratori, si era parlato dell’ottobre 2020. Ma gli scheletri dei palazzi Clerico sono ancora qui, e continuano a essere fonte di degrado sociale, di paura e di pericoli per i residenti – la ricostruzione dei fatti da parte del comitato che chiede - perciò, per l’ennesima volta, certezze su demolizione dei ruderi nonché su bonifica e riqualificazione dell’area, poiché è evidente che la demolizione fine a se stessa non risolverebbe il problema degli accampamenti di sbandati e tossicodipendenti che risorgono periodicamente nell’area Clerico».

Il comitato di quartiere ha posto l’attenzione sulle recenti notizie di stampa secondo cui «sembra in forse l’ampio progetto di ristrutturazione del vicino Ferro di Cavallo, sul quale tra l’altro abbiamo espresso le nostre perplessità» e ricorda che «l’amministrazione comunale in carica» ha «ribadito a più riprese la volontà di riqualificare le aree periferiche di Pescara, e Rancitelli in particolare, torniamo quindi a chiedere: Quale sia oggi lo stato dell’arte in merito alla vicenda dei palazzi Clerico; Entro quali date certe, nel caso ce ne siano, noi residenti possiamo aspettarci demolizione dei ruderi, bonifica e riqualificazione dell’area; Soprattutto, nel caso quanto sopra non avvenisse su iniziativa di privati, se il Comune ha intenzione di dare seguito alla delibera di consiglio approvata nel gennaio 2020, che riteneva “l’amministrazione comunale pienamente titolata ad assumere tutte le iniziative, sia consensuali, sia urbanistico-edilizie, sia autoritative, per porre termine alla vergognosa condizione di una parte di città”».

Dopo la diffusione di questa lettera aperta, l’assessora Del Trecco ha dichiarato che i tempi sarebbero maturi per intervenire sull’area dei palazzi Clerico ed a stretto giro sarebbe stata ufficializzata una data precisa di inizio lavori. Il comitato, prendendo atto di queste parole, si è augurato che «non siano, come in passato, specchietti per le allodole per rimandare a tempo indeterminato la bonifica e la riqualificazione dell'area Clerico» contando «di ricevere a stretto giro le certezze che aspettiamo da anni, con la speranza che non restino lettera morta.

A maggior ragione in questo periodo in cui torna a intensificarsi la presenza di sbandati e tossicodipendenti accampati all'interno dell'area, con tutte le conseguenze che ciò comporta per i residenti e per l'intero quartiere, dove di certo non mancano altre emergenze e problemi sociali irrisolti».

Nei giorni scorsi il comitato ha espresso « disappunto per la reazione dell’amministrazione comunale alla nostra lettera aperta sui palazzi Clerico diffusa a fine ottobre. O meglio, la reazione pressoché assente dell’amministrazione, visto che l’unica reazione è stata una breve dichiarazione dell’assessore Isabella Del Trecco».

Oltre questo «nessuno ha ritenuto in alcun modo opportuno rassicurare pubblicamente i residenti che da anni soffrono disagi ormai insostenibili». «A distanza di un mese poi abbiamo letto sulla stampa l’intervento dell’architetto Raffaello Di Pancrazio, presidente della cooperativa Città Futura che vuole riqualificare l’area Clerico - scrivono gli attivisti - Di Pancrazio, ricordando il progetto del quale eravamo già a conoscenza, ha parlato dell’intenzione di iniziare i lavori di demolizione dei ruderi nella prossima primavera, e di concludere la riqualificazione entro un anno e mezzo. Si presume quindi che tra marzo e giugno 2022 vedremo in azione quelle ruspe che erano state promesse per novembre 2020, e che per la fine del 2023 il progetto di riqualificazione sarà completato».

Il comitato stigmatizza «l’assenza di risposte ufficiali parte del Comune, che in passato ha assicurato a più riprese la volontà di coinvolgere i residenti e il comitato di quartiere Per una Nuova Rancitelli in particolare. Allo stesso tempo non possiamo non esprimere le nostre perplessità poiché, come ben sappiamo, veniamo da anni di promesse non mantenute.

Chiediamo perciò che l’amministrazione si faccia garante della trasparenza e dell’avanzamento dell’intera operazione, vigilando sui tempi e i passaggi da rispettare». Mentre promesse e annunci si susseguono negli anni, attendendo che prima o poi arrivi nu juorno buono per passare ai fatti, il comitato di quartiere torna a chiedere che - come sarebbe giusto, sacrosanto e doveroso - venga finalmente messa in sicurezza l'area.

«Lo chiediamo come cittadini di Pescara al sindaco di Pescara e agli amministratori comunali - sottolineano - E soprattutto chiediamo che, nel caso questo progetto della cooperativa Città Futura non vada avanti per una qualsiasi ragione, il Comune dia seguito alla delibera di consiglio del gennaio 2020 che riteneva «l’amministrazione pienamente titolata ad assumere tutte le iniziative, sia consensuali, sia urbanistico-edilizie, sia autoritative, per porre termine alla vergognosa condizione di una parte di città».

Emergenze e problemi sociali irrisolti che meriterebbero ogni attenzione ed interventi risolutivi da parte delle istituzioni, auspicando che non ci sia sempre e solo una progressione in aumento. Il comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli» ha chiesto pubblicamente attenzione e cura, già a fine ottobre, anche sul nuovo intervento edilizio in via Tavo: «l’iter per realizzare questi 64 appartamenti di edilizia popolare a Rancitelli è cominciato con un progetto sperimentale di edilizia sovvenzionata nel 2001.

Purtroppo, a causa di una serie di problemi tecnici e burocratici, gli edifici non sono stati ancora completati – hanno sottolineato i cittadini - Mentre in tanti aspettano un alloggio al quale hanno diritto, questi palazzi incompleti cominciano a essere utilizzati come rifugio temporaneo da sbandati e tossicodipendenti: lo vediamo in questo video pubblicato pochi giorni fa come commento sulla nostra pagina, e lo sappiamo dalle tante segnalazioni che arrivano anche al nostro comitato». Il video a cui fa riferimento il comitato è quello che riproponiamo in quest’articolo. «In attesa dell'ultimazione dei lavori occorre vigilare affinché il cantiere tra via Tronto, via Tavo e via Sangro non si trasformi in un "Clerico bis" - la presa di posizione del comitato di quartiere - vanificando un sostanzioso investimento di fondi pubblici stanziati per far fronte alle emergenze abitative di Pescara».

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