I 55 giorni di libertà dell’Isola delle Rose

I 55 giorni di libertà dell’Isola delle Rose

Negli ultimi giorni, si è parlato molto della Repubblica delle Rose, balzata all’attenzione della massa grazie all’uscita del film Netflix “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”.

Il film racconta in chiave romanzata gli avvenimenti realmente accaduti al largo della costa di Rimini nel 1968. Mentre oltreconfine si consumavano i fatti della Primavera di Praga, il popolo italiano vedeva sorgere nel mare Adriatico un’autoproclamata Repubblica.

Il progetto era nato, esattamente 10 anni prima, dalla mente dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa che aveva manifestato l’intenzione di creare un’isola artificiale formata da telai di tubi da installare in un prescelto punto del mare, nelle acque internazionali tra Italia e Jugoslavia titina. I lavori dell’incredibile opera si conclusero ufficialmente il 1° maggio del 1968 quando Rosa, tramite una conferenza stampa, dichiarò l’indipendenza dell’isola e proclamò la nascita di una nuova Repubblica.

Il primo Governo dell’Isola fu formato da una Presidenza del Consiglio dei Dipartimenti, di cui l’ingegnere era diretta espressione, con 5 Dipartimenti suddivisi in Divisioni ed Uffici. L’esperanto era la lingua ufficiale del Paese, formata dalla commistione di lessico di diverse lingue parlate nel globo. L’Isola disponeva anche di una valuta ufficiale: il Mill, dal valore di cambio pari a 1:1 con la lira.

La nascita di quella micronazione da 400 mq rappresentò per lo Stato italiano un momento di sconcerto generale.  Infatti, l’apertura di Rosa al flusso turistico accrebbe il dubbio del Governo riguardo un possibile escamotage per generare introiti e non pagare tasse, un vero e proprio paradiso fiscale. Per tale motivo, fu messo in atto un pattugliamento di motovedette della capitaneria di porto e la disposizione di un blocco navale.

Esattamente 55 giorni dopo la nascita della Repubblica delle Rose, le Forze dell’Ordine italiane la occuparono e ne presero possesso, mentre Giorgio Rosa venne sottoposto ad indagini. La corazza di tubi fu progressivamente smantellata, fino ad arrivare all’affondamento totale ad aprile del 1969.

La cultura di massa rimase molto segnata dal progetto utopistico del bolognese e i pensatori di quegli anni a lungo si interrogarono su quale volesse essere la vocazione del micro-Paese.

Forse, nella mente dell’ingegnere, c’era la volontà di un uscire da un mondo sottoposto all’influenza di due grandi blocchi, forse quell’Isola voleva essere ancora più non allineata dei non allineati. Di certo, però, c’è che quell’esperimento fu, per i turisti che visitarono la Repubblica, la rappresentazione di una forma di Libertà vera, pura ed indescrivibile. Un’Isola senza regole né storia, dove essere, per qualche giorno, semplicemente se stessi.

Enrico De Simone