La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. PRIMA PARTE/Da oggi pubblichiamo integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

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LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Nuovi elementi emersi circa la morte del dottor Attilio Manca


1. PREMESSA
La morte del giovane urologo Attilio Manca, il cui corpo fu trovato senza vita il 12 febbraio 2004 nella sua casa di Viterbo, è uno dei «casi» che si sono verificati nel nostro Paese che non sono stati chiariti dall’autorità giudiziaria, non avendo l’esito delle indagini e dei diversi procedimenti che si sono sviluppati di seguito accertato in maniera incontrovertibile i fatti.

Le conclusioni a cui essi sono giunti non appaiono, infatti, soddisfacenti e ciò, unitamente alle implicazioni che la vicenda presenta con il fenomeno mafioso, hanno determinato questa Commissione ad occuparsene già nella presente legislatura. La precedente Commissione aveva affrontato la questione ed aveva svolto l'inchiesta sulla morte di Attilio Manca concludendola con il deposito di due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza.

Tuttavia il sopraggiungere di nuovi elementi probatori, intervenuti in epoca succes­siva alla conclusione dei lavori, a cui si è aggiunto l’accorato appello della famiglia della vittima, hanno spinto questo organo parlamentare a riaprire l’inchiesta e ad approfondire alcuni aspetti che nella prima occasione non erano stati sufficientemente indagati al fine di operare una ricostruzione dei fatti quanto più possibile aderente al reale svolgersi degli accadimenti.

Sono state, quindi, effettuate diverse audizioni, tra cui quelle della madre di Attilio Manca, Angela Gentile, dell’avvocato della famiglia, FabioRepici, di un esperto tossicologo, il dottor Salvatore Giancane, e di alcuni collaboratori di giustizia che, negli anni, hanno reso dichiarazioni su quello che alcuni tra loro hanno definito «un omicidio mafioso».

Si è altresì acquisita documentazione, ritenuta di interesse all’esito dell’esame delle dichiarazioni dei citati collaboratori di giustizia, e la stessa è stata oggettodi attenta analisi e approfondimento.(1)

La Commissione ha dunque affrontato l'analisi della vicenda proprio con l'obiettivo di ricostruire i fatti, verificare la sussistenza di collegamentitra gli stessi e l'ambiente mafioso a cui alcune delle persone che avevano rapporti con Attilio Manca erano contigui o comunque vicini e cercare di dare una spiegazione convincente alla morte del giovane medico. Molti sono, infatti, gli interrogativi a cui non è stata negli anni offerta una risposta e molte le perplessità che non si sono risolte.

L'inchiesta condotta da questa Commissione ha cercato di fare chiarezza e, partendo da alcune considerazioni svolte nelle relazioni di maggioranza e minoranza della precedente Commissione parlamentare, ha esaminato con attenzione le nuove emergenze, ha approfondito aspetti che erano stati trascurati o non adeguatamente trattati ed ha acquisito ulteriore documentazione anch' essa sottoposta ad attento e rigoroso vaglio critico.

(1) Per la grande collaborazione offerta in sede di acquisizione della sopracitata documen­tazione, si ringraziano: il Presidente del Tribunale di Palermo, dott. Antonio Balsamo, il Presidente dell’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari di Palermo, dott. Alfredo Montalto, e il personale del suo Ufficio; il Procuratore di Messina, dott. Maurizio De Lucia, e il personale della Segreteria della Procura di Messina; il personale della Segreteria della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto.
 

1 parte/continua

 

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