La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/10

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 10^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/10

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)


LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

5. EVENTI SUSSEGUITISI ALLA MORTE DI ATTILIO MANCA

5.1 Giovedì 12 febbraio 2004
Secondo le dichiarazioni dei testimoni, la notizia della morte di Attilio Manca raggiungeva Barcellona Pozzo di Gotto tramite Giuseppina Geno­vese, anestesista dell’ospedale Belcolle di Viterbo, originaria della provincia di Messina e amica di Salvina Alfano. Giuseppina Genovese telefonava a Salvina Alfano e quest'ultima si recava da Gaetano Manca, zio del defunto, per comunicare la triste notizia.

Ugo Manca, invece, pure sentito a sommarie informazioni, darà una versione diversa da quella offerta
dalle due donne: ad informare la sua famiglia della morte di Attilio sarebbe stata la Polizia di Stato di Viterbo. In ogni caso dai tabulati telefonici acquisiti, risulta che il predetto Ugo abbia ricevuto alle ore 12:07 una telefonata da parte della propria madre, Maria Calderoni. Questo potrebbe essere il contatto con il quale fu avvertito della morte del cugino.

Il padre Gaetano Manca risulta essersi recato a sua volta dal fratello, Gioacchino, padre di Attilio, incontrando prima il di lui nipote Gianluca nel giardino di casa dei genitori. Nell’esposto, presentato alla Procura della Repubblica di Viterbo il 23 febbraio 2004, i genitori di Attilio Manca rappresentavano lo svolgersi degli eventi dal momento in cui Gaetano Manca era giunto presso la loro abitazione.

Secondo la ricostruzione offerta, prima di entrare in casa, Gaetano aveva riferito al nipote Gianluca che all’interno dell’appartamento di Attilio erano state trovate due siringhe, ma lo aveva invitato a non rivelare tale particolare ai propri genitori.

Dopo aver comunicato la notizia della morte di Attilio, Gaetano aveva avvertito la famiglia del fratello che, su iniziativa del proprio figlio Ugo, erano stati già acquistati dei biglietti aerei per Roma, con i nominativi di Gioacchino, Gianluca e Ugo Manca, che venivano consegnati nelle loro mani da Nino Alfano, sopraggiunto dopo una mezz’ora circa. La famiglia di Attilio Manca si opponeva a quella decisione e decideva di partire unita in aereo, accompagnata dai fratelli della madre di Attilio Manca e senza aspettare Ugo, asseritamente ancora impegnato con il turno di lavoro. Risulta, quindi, che Ugo Manca, diversamente da quanto inizialmente programmato, si sia recato a Viterbo, da solo, con un treno notturno.

Analizzando il traffico telefonico delle utenze della famiglia Manca acquisite agli atti, si rileva che tra il momento in cui la famiglia di Ugo Manca veniva informata della morte del congiunto (ore 12.00 circa) e il momento in cui il padre di Attilio prendeva contatto con la compagnia Alitalia (ore 13:58), con ragionevole probabilità per acquistare i biglietti aerei per Roma, vi sono soltanto due contatti tra l’utenza intestata e in uso a Nino Alfano e quelle di Ugo o Gaetano Manca. Si tratta come detto dei contatti con i quali, secondo la ricostruzione offerta nell' esposto in data 23 febbraio 2004, Manca Ugo e Manca Gaetano avrebbero chiesto ad Alfano di prenotare i biglietti aerei per Roma per Gioac­chino, Gianluca e Ugo Manca, ma non per la madre di Attilio, Angela Gentile.

Ora entrambi i contatti, sia quello registrato alle 13:23, di 20 secondi, tra le utenze fisse di Gaetano Manca e di Antonio Alfano, sia quello delle ore 13:29, di 43 secondi, tra l’utenza cellulare di Nino Alfano e quella mobile di Ugo Manca appaiono avere una durata che non è verosimilmente sufficiente per avanzare una richiesta del genere, previa comunicazione della morte di un congiunto.

Potrebbero, quindi, essere sentiti Ugo Manca, Maria Calderoni e Antonio Alfano, al fine di chiarire le modalità con cui a quest’ultimo venne chiesto di acquistare i biglietti aerei con i nominativi sopra indicati.

Nel frattempo, alle ore 13:36, dall’utenza fissa dell’abitazione di Gaetano Manca veniva effettuata una telefonata al cellulare del prof. Antonio Rizzotto, primario di urologia dell’ospedale Belcolle di Viterbo. Dalle dichiarazioni di quest’ultimo emerge che ebbe a chiamarlo la madre di Ugo Manca, Maria Calderoni, che si raccomandava con il medico di chiamarla per «qualsiasi necessità» su un numero che poi gli comuni­cava.

Forse una spiegazione alla richiesta rivolta al professore potrebbe essere trovata in una telefonata di 83 secondi intercorsa alle 13:27, tra l’utenza fissa intestata a Gioacchino Manca, papà di Attilio, e quella del citato prof. Rizzotto, seguita pochi minuti dopo (ore 13:32) da una telefonata tra il primo ed il fratello Gaetano, durante la quale può ipotizzarsi che Gioacchino abbia comunicato le notizie ricevute dal primario dell’o­spedale Belcolle.

Un’ora dopo (ore 14:46) dalla stessa utenza fissa dell’a­bitazione di Gaetano Manca partiva una seconda chiamata, durata 55 secondi, per l’utenza mobile del dott. Rizzotto. Di questa ultima telefonata, i soggetti coinvolti non hanno mai fatto cenno. Dopo la telefonata delle 12:07, con la quale, come detto, verosimil­mente, la madre di Ugo Manca potrebbe averlo informato della morte del cugino Attilio, si registra la presenza nei tabulati di una telefonata in uscita dall’utenza dell’abitazione dei genitori di Ugo Manca verso l’utenza intestata ad un medico, Santo Biondo Genovese, probabilmente parente della dr.ssa Giuseppina Genovese. I tabulati non possono chiarire come i genitori di Ugo Manca siano entrati in possesso del numero di cellulare del prof. Antonio Rizzotto.

Alle ore 13:23 e poi ancora alle 14:19, dall’utenza fissa dell’abitazione dei genitori di Attilio Manca partivano due brevi telefonate dirette all’utenza di Maria Blanda Freni, un’amica di Attilio e Gianluca Manca, che risulta essere la persona che andò a prendere all’aeroporto la famiglia, quando questa giunse a Roma.

Alle ore 18:24, infatti, avveniva un contatto telefonico tra le loro utenze, che agganciavano entrambe la cella «Fiumi­cino aeroporto via Chavez».

Inoltre, nei tabulati riferiti a questa giornata, compaiono altri innu­merevoli scambi di contatti telefonici tra altre utenze intestate a soggetti diinteresse.

 

L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI 

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L'INTERVISTA AD ANTONIO INGROIA

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LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/5

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/6

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/7

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/8

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/9


 

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