Vincenzo Pietropaolo, la sua arte strega New York

ITALIANI NEL MONDO. La Voce di New York, qualche giorno fa, ha parlato di lui in una intervista dove si è aperto e ha spiegato i suoi perché, le sue passioni, il come vede il mondo in un click.

Vincenzo Pietropaolo, la sua arte strega New York

Quando mi sono sposato, al mio matrimonio ci sono stati anche Vincenzo e Giuliana. Non sapete la gioia di vederli arrivare in Italia per il mio matrimonio. Avere zii e cugini al di là dell'oceano non è uno scherzo: ci si vede davvero raramente. Dopo qualche settimana mi arrivò un plico con su scritto "Per gli sposi" ed il mittente era Vincenzo Pietropaolo.

Già immaginavo cosa potesse essere, visto che lui non è un semplice fotografo, ma "il" fotografo. Così, dopo aver aperto il plico, iniziammo a piangere di gioia alla vista di quelle meravigliose foto in bianco in nero. Aveva colto degli aspetti del "nostro" giorno in maniera magistrale e lo aveva fatto con una tale delicatezza che tutto potevano sembrare che "nostre" foto di matrimonio: sono dei piccoli capolavori.

La Voce di New York, qualche giorno fa, ha parlato di lui in una intervista dove si è aperto e ha spiegato i suoi perché, le sue passioni, il come vede il mondo in un click.

L'articolo parte così:

Volevo mostrare due cose con la mia macchina fotografica: le cose che dovevano essere apprezzate e le cose che dovevano essere corrette. La fotografia rivela bellezza e verità. E la verità a volte non è molto piacevole. Ho imparato a conoscere il potere della fotocamera quando stavo cercando di scattare foto in una fabbrica di abbigliamento in Spadina Avenue a Toronto. Poiché i proprietari avevano paura che la telecamera potesse assistere e registrare qualcosa che non andava bene, come le condizioni di lavoro non sicure, mi hanno reso quasi impossibile. Se non fossi diventato un fotografo, sarei stato un avvocato per i diritti umani

giusto per capire lo spessore di Vincenzo! Ha il cuore calabrese con un angolo molisano, già perché Giuliana, sua moglie, è proprio del Molise e, più precisamente di Bojano. L'amore li ha portati a Toronto dove hanno creato la loro vita, la loro famiglia e portato avanti le loro passioni. Ma l'Italia resta sempre nei loro cuori e, appena possono, tornano e ci fanno visita (anche se fosse solo per due giorni!).

Grace Russo Bullaro ha fatto delle domande a Vincenzo molto interessanti, quella che mi ha colpito particolarmente è stata questa: «Come mai hai scoperto la fotografia e come è diventata la tua principale forma di espressione?

A cui Vincenzo ha risposto così:

"Ho scoperto la fotografia al liceo, quando sono entrato nel club della fotocamera. Ero piuttosto timido e riservato e ho scoperto che attraverso la fotocamera ero in grado di esprimermi: registrare cose, guardare le cose in un modo diverso perché dovevi creare composizioni all'interno dell'inquadratura. Sono rimasto affascinato, soprattutto quando ho visto le prime immagini in fase di sviluppo. Era come pura magia. Ho capito che la fotocamera era uno strumento per testimoniare la vita intorno a te. Ho imparato a conoscere il potere della fotocamera quando stavo cercando di scattare foto in una fabbrica di abbigliamento in Spadina Avenue a Toronto. Poiché i proprietari temevano che la telecamera potesse assistere e registrare qualcosa che non andava bene, come le condizioni di lavoro non sicure, mi hanno reso quasi impossibile. E sui grattacieli sul lungomare di Toronto, dove ho fotografato i lavoratori edili italiani, che praticamente hanno costruito la Toronto del dopoguerra".

Prima vi ho detto delle mie foto in bianco e nero, quando gli è arrivata la domanda su questo tema, la sua risposta è stata davvero forte:

È come suonare due strumenti diversi. Entrambi fanno musica, ma suonano così diversi l'uno dall'altro. Il bianco e nero ti costringe a comporre un'immagine in cui i gesti, l'azione o il momento catturato sono l'essenza. È più astratto perché stai riducendo la realtà a neri, bianchi e grigi. Mentre nella fotografia a colori, il colore è il principale modo di espressione, sia che si tratti della patina dell'intera immagine, di alcuni colori eccezionalmente forti, di motivi. Come scelgo l'uno rispetto all'altro? Non lo so davvero, tranne che non è una decisione razionale, ma ogni volta una decisione emotiva.
 

L’arte ha tante sfaccettature e quella della fotografia è qualcosa che davvero può creare emozioni forti, ma devi essere bravo o brava a cogliere l’essenza del soggetto, sia esso un essere umano, che un paesaggio, che un piatto di un ristorante, che una foglia. Ecco qualche sua foto.