L'attacco di una certa politica alla magistratura che combatte le mafie

Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, contro il sostituto procuratore alla Direzione Nazionale Antimafia Nino Di Matteo.

L'attacco di una certa politica alla magistratura che combatte le mafie


 

Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e membro della Commissione Antimafia, ha preso carta e penna e ha scritto al ministro alla Giustizia Carlo Nordio un atto di sindacato ispettivo con cui chiede di punire il magistrato Nino Di Matteo, colpevole, in sostanza, di avere risposto all’intervista del giornalista e scrittore Saverio Lodato nel libro

“Il colpo di spugna”

commentando la sentenza della Cassazione sul processo trattativa Stato-mafia, sollevando alcune criticità presenti nelle motivazioni con cui i giudici della Cassazione hanno assolto tutti gli imputati, che rappresentano lo Stato, del processo.

Gasparri ha scritto al Guardasigilli per sapere

“quali iniziative intenda assumere per verificare l’eventuale sussistenza di responsabilità disciplinari e a tutela della magistratura, della Corte di Cassazione e dei suoi componenti e per verificare l’eventuale sussistenza di reati derivanti dalle esternazioni contenute nel citato libro”.

Gasparri, guardacaso ex ministro di Berlusconi, cita nella sua interrogazione svariati passaggi del libro, riporta la sua interpretazione, e arriva pure a ritenere che il magistrato è autore di

“gravi affermazioni e pericolose insinuazioni lesive del prestigio della suprema Corte di Cassazione”.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea:

visto che i magistrati non possono fare il loro lavoro, in poche parole a detta del Gasparri, perché esistono?

Insieme al procuratore generale della Cassazione, infatti, il guardasigilli è titolare della facoltà di promuovere l’azione disciplinare sui magistrati.
In poche parole Gasparri vorrebbe che il ministro della Giustizia si attivasse per perseguire il pm antimafia.
Per esempio sostiene che Di Matteo ha violato i canoni del

“riserbo ed equilibrio”

perché ha accusato

“la suprema Corte di veri e propri atteggiamenti e comportamenti mafiosi, consistenti in minacce (“Non vi dovevate permettere”) e condotte omissive e omertose (“preferiamo dire che i fatti non ci furono. E se necessario, per ristabilire l’ordine naturale delle cose, quei fatti preferiamo non vederli, ignorarli in blocco”)”.

Ma Gasparri accusa il pm anche di aver insinuato che

“la Corte di cassazione sia un giudice espressione di uno Stato criminale che, in quanto tale, ha paura di processare sé stesso”.

Toccherà ora al Ministro decidere se eseguire la richiesta. Quello che però possiamo notare è un attacco incondizionato e continuo da parte della politica a certa magistratura ma non quella che, magari, sbaglia il proprio lavoro ma a quella che lotta realmente le mafie e che ha fatto uscire fuori alcune novità che, di sicuro, bene non fanno alla nostra nazione.
Nino Di Matteo da sempre lotta le mafie e per questo da 30 anni vive sotto scorta arrivando al massimo livello di protezione con minacce arrivate persino da Totò Riina chiuso al 41bis.

È vero che le sentenze di Cassazione, passate in giudicato, si devono rispettare ma non è possibile non avere un pensiero contrario (ci ricordiamo ancora che in Italia esiste l'articolo 21 della Costituzione?).
La parte ancora più pericolosa è che questi ripetuti attacchi provengano da coloro che dovrebbero tutelarci e rappresentarci nel rispetto della legalità però, guardacaso, il partito ed il pensiero è sempre quello.
 

Riusciremo a tutelare Di Matteo e Saverio Lodato dopo questi attacchi?
Spero proprio di sì altrimenti porteremo la nostra nazione ad una deriva dalla quale sarà impossibile rialzarsi.

editor fotografico in copertina a cura di Antonino Schilirò

 

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- L'INTERVISTA ESCLUSIVA AL MAGISTRATO NINO DI MATTEO

«Credo che l’opinione pubblica abbia non soltanto il diritto ma, oserei dire, il dovere di essere informata sui processi che sono stati celebrati e che non vengono raccontati dalla grande stampa. L’opinione pubblica deve essere informata e chi ha un ruolo all’interno dello Stato, della magistratura e delle forze di polizia, ha il dovere di non fermarsi.»

Nino Di Matteo

LEGGI LA PRIMA PARTE: mercoledì 28 aprile 2021

Di Matteo: «Non abbiamo bisogno di una magistratura conformista»

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- LEGGI LA SECONDA PARTE: venerdì 30 aprile 2021

«Con determinati ambienti non si può convivere o tanto meno trattare»

https://www.wordnews.it/con-determinati-ambienti-non-si-puo-convivere-o-tanto-meno-trattare

- LEGGI LA TERZA PARTE: martedì 4 maggio 2021

Ergastolo ostativo: «Quella sentenza sancisce un principio che realizza uno dei principali obiettivi della mafia stragista»

https://www.wordnews.it/ergastolo-ostativo-quella-sentenza-sancisce-un-principio-che-realizza-uno-dei-principali-obiettivi-della-mafia-stragista

 

L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»

 

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