Premio Lea Garofalo, parla Marisa Garofalo: «I giovani sono fondamentali per la memoria delle vittime delle mafie»

L'INTERVISTA alla sorella di Lea Garofalo, Presidente di Giuria del Premio Nazionale organizzato dall'Associazione Dioghenes APS, promotrice e organizzatrice della manifestazione che si svolgerà a Casoli (Ch), dal 21 al 24 novembre 2023.

Premio Lea Garofalo, parla Marisa Garofalo: «I giovani sono fondamentali per la memoria delle vittime delle mafie»
Marisa Garofalo

 

Marisa, lei è la sorella di Lea. Ha notato, nel corso degli anni, un cambiamento nella mentalità delle persone rispetto a queste tematiche?

«Lea è stata la prima Testimone di Giustizia calabrese e nel corso degli anni, nel mio paese, purtroppo non ho notato nessun cambiamento perché Lea è stata la prima testimone di giustizia e le persone ancora non capivano il senso di questa parola e di cosa significasse essere testimone di giustizia. Le persone non si sono mai esposte per capire se sono dalla mia parte, al mio fianco. Anzi è successo il contrario: dopo che mi sono costituita parte civile, assieme a mia mamma e mia nipote, sono rimasta sola perché scappano gli amici, scappano anche parenti e, purtroppo, nel paese prevale la cultura mafiosa. Credo che le persone lo facciano per paura, perché non sanno da che parte stare. Questo, comunque, si deve mettere in conto quando si fanno delle scelte simili. A me questo è interessato poco perché il mio intento è quello di portare avanti la storia di Lea, parlare di Lea soprattutto nelle scuole perché un messaggio deve passare: il coraggio della denuncia, quello che ha avuto Lea».

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2^ edizione

Casoli, 21/24 novembre 2023

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Nelle scuole come riesce a far passare il messaggio che ha lasciato sua sorella Lea?

«Quando vado nelle scuole, e lo faccio molto spesso da ormai 13 anni, noto che i ragazzi sono molto attenti e curiosi di sapere. La storia di Lea li incuriosisce e li appassiona sempre di più; inoltre ricevo tante domande. Il messaggio che voglio far passare è quello che Lea è stata una grande donna. Ha avuto il coraggio di denunciare, pur sapendo a cosa stesse andando incontro. Lea, quando scrive la lettera al Presidente della Repubblica, dice “so a che cosa vado incontro, mi sono sempre assunta le mie responsabilità e so che vado incontro alla morte”. Quindi Lea era consapevole ma, nonostante tutto, non si è mai tirata indietro e non ha mai abbassato la testa. Infatti, anche nell'ultimo periodo dopo aver subito un tentato rapimento, Lea diceva sempre “io rifarei tutto per amore di mia figlia, perché non ho mai voluto per Denise un padre mafioso o un padre che, prima o poi, sarebbe finito in galera o, addirittura, morto ammazzato”».

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Gli alunni cercano di capire la storia di sua sorella ed appassionarsi della cultura della legalità?

«Credo che i ragazzi, a differenza degli adulti, sono quelli che si appassionano di più. Negli incontri con i ragazzi, che sono molto attenti, vedo che molti di loro si emozionano. Mi è capitato spesso vedere molti ragazzi e ragazze piangere quando si parla di Lea o di sua figlia Denise. Sono convinta che il messaggio ai giovani passa, il problema forse siamo noi adulti. A me piace andare nelle scuole perché credo che loro un domani diventeranno adulti e quindi sicuramente ci dovranno rappresentare ed essere molto più credibili di noi».

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Da Presidente di Giuria del Premio Nazionale che porta il nome di sua sorella (organizzato dall'Associazione Dioghenes APS) come valuta l'operato degli alunni in concorso e cosa si aspetta dalle prossime edizioni?

«È il secondo anno che valutiamo l'operato degli alunni. Non do mai un voto basso e premio tutti, perché i ragazzi sono molto spontanei e quindi non ho messo mai un voto al di sotto della sufficienza perché sono tutti veramente molto laboriosi; premio anche l'impegno. Poi si sa, è anche un premio e quindi qualcuno deve pur vincere. Ma trovo questi ragazzi veramente straordinari perché hanno veramente un talento sia a livello espressivo sia di comunicazione.

Ho valutato tutti gli elaborati e sono veramente tutti bravi e si impegnano tanto. Alcuni di loro li ho anche conosciuti, tipo la scuola di Palazzolo in provincia di Brescia, perché sono andata a fare un convegno lì. Ho visto tante cose belle che hanno fatto nel corso degli anni e sono loro la nostra speranza: sono i giovani, gli insegnanti che cercano di mettere sulla retta via e dare esempi concreti, perché succede che si fanno tanti bei discorsi ma si mette poco in pratica.

Posso tranquillamente dire che sono andata in moltissime scuole e vedo che tutto è ben organizzato, con insegnanti preparatissimi e che tengono tanto alla scuola. Solo così, veramente, possiamo sfornare dei giovani preparati e capaci di essere persone attente sia per quanto riguarda la legalità sia nel formare un carattere indirizzato alla cultura della legalità.

Ci deve essere anche una continuità scuola-famiglia che, purtroppo, troppo spesso manca. Con i ragazzi si può fare di tutto, non è la stessa cosa con gli adulti, perché i ragazzi sono pronti all'ascolto e a farsi seguire. Molto spesso abbiamo incontrato ragazzi che hanno bisogno di aiuto e lo manifestano in qualche modo e devo dire che ci sono professori e presidi attenti e pronti a dare sempre un aiuto a questi ragazzi. L'anno scorso siamo partiti molto bene, quest'anno mi aspetto un qualcosa di più perché si sa che si deve sempre migliorare e si aggiungono contenuti; ogni anno, magari, ci sarà qualcosa in più. Nelle prossime edizioni mi aspetto che partecipino più scuole, anche se già quest'anno sono state molte, ma ogni anno coinvolgiamo più scuole perché in tante non lo sanno che esiste il Premio Nazionale.

Questo Premio è molto importante, non solo perché è dedicato a Lea, ma soprattutto perché si coinvolgono tante scuole.

Poi ci sono i "Testimoni del nostro tempo", che si sono distinti sia nell'ambito lavorativo che nell'ambito sociale e che verranno premiati con il premio Lea Garofalo. È stata una bellissima idea dell'Associazione Dioghenes APS, con presidente Paolo De Chiara e con i membri del Direttivo: Giuseppe Cassata, Veronica Conti, Gennaro Ciliberto ed Alessio Di Florio e tanti altri soci.

Sicuramente noi lavoreremo nel corso degli anni per portare avanti questo Premio che si svolgerà ogni 24 novembre, perché è l'anniversario della morte di Lea. Io mi auguro che noi tutti, lo dico sempre sia quando vado nelle scuole sia quando mi trovo davanti ad un pubblico adulto, facciamo in modo di essere tutti Lea.

Facciamo in modo di essere tutti Testimoni di Giustizia e Testimoni di verità».

 

 

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