La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/15

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 15^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/15

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)


LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

5.5.2 I rapporti tra Attilio Manca e Monica Mileti

Dalle dichiarazioni di Monica Mileti, emerge che la donna aveva conosciuto Attilio Manca circa otto anni prima (quindi nella seconda metà degli anni '90), quando le era stato presentato ad una festa da un comune amico architetto, Guido Ginebri. L’architetto in questione è soggetto originario di Barcellona Pozzo di Gotto, il quale – dopo essere stato chiamato in causa dai genitori del medico – ha confermato di essere stato il tramite della conoscenza tra i due.

I tabulati relativi alle sue due utenze, acquisiti agli atti del procedimento della procura della repubblica di Messina, risultano contenere molti contatti con Ugo Manca, Lorenzo Mondello e Salvatore Fugazotto. È possibile desumere la frequenza dei contatti tra il Manca e la Mileti solo a partire dall’inizio del 2001, poiché i tabulati telefonici di Attilio Manca furono acquisiti da quell’anno. Secondo i suddetti tabulati, prima del giugno 2003 Monica Mileti non ebbe contatti con Attilio Manca, almeno utilizzando l’utenza intestata ad Emanuele Lo Turco. Nell’elaborazione del traffico telefonicodi Manca, eseguita dal consulente Gioacchino Genchi, compaiono, però, contatti con un’utenza intestata a tale Parolini Monica. Questa potrebbe forse identificarsi in Mileti Monica, poiché nate entrambe a Roma e poiché il cognome Parolini risulta somigliante all’alias di Monica Mileti indicato dalla Polizia giudiziaria in «Paroletti», come è possibile verificare dall'immagine del certificato del casellario giudiziale.

Pertanto è probabile che sia stato inserito per errore il cognome Parolini invece che Paroletti. A dare consistenza all’ipotesi vi è un ulteriore dato desumibile nuovamente dai tabulati telefonici: nella giornata del 30 luglio 2001 Attilio Manca mandava un sms all’utenza mobile intestata a Monica «Parolini». Due minuti dopo l’uomo veniva richiamato da un’utenza fissa intestata a Mileti Roberto, fratello di Monica Mileti.
Si va ora ad analizzare il traffico telefonico intercorso tra Attilio Manca e Monica «Parolini» Mileti.

Nel gennaio 2001 il contatto tra Monica «Parolini» Mileti e Attilio Manca era stato uno solo; a febbraio erano saliti a tre; il marzo 2001 vede cinque contatti; in aprile avvenivano sei contatti; il successivo contatto si
verificava dopo più di due mesi, a luglio; successivamente altri diciassette nello stesso mese, suddivisi in cinque giorni; nuovamente una pausa di due mesi e, in ottobre, i contatti diventavano sei; da questo momento i contatti iniziavano a diradarsi: a novembre troviamo tre contatti, a dicembre quattro contatti, tutti nello stesso giorno. Nel 2002 i contatti emersi dai tabulati erano soltanto due, uno a febbraio e uno a marzo.
Dal 2 marzo 2002 i contatti telefonici tra Attilio Manca e Monica «Parolini» Mileti si interrompono, per poi riprendere, dopo più di un anno, il 19 giugno 2003, quando compare per la prima volta l’utenza intestata ad altro soggetto ma in uso alla donna.

E per la prima volta l’utenza in uso a Monica Mileti aggancia la cella telefonica di «Roma–via Cavour 191» che, come si è già sopra evidenziato, si evidenzierà frequentemente nei tabulati telefonici delle utenze della donna nel febbraio 2004.

Il 19 giugno 2003 Attilio Manca si trovava in Francia.

Appare utile segnalare l’individuazione di due telefonate consecutive, una di 45 secondi e l’altra di 28, intercorse tra Salvatore Fugazzotto a Monica «Parolini» Mileti il 18 dicembre 2000 alle ore 23:26 e 23:27. Il dato si reputa significativo poiché, Fugazzotto risulta avere negato di aver mai conosciuto Monica Mileti prima del loro incontro in occasione di un’udienza preliminare del processo che li vedrà coinvolti, diversi anni più tardi, a seguito della morte di Attilio Manca.

Si tratta peraltro – come già detto – dello stesso Fugazzotto la cui telefonata del 10 febbraio 2004 ad Attilio Manca precedette di poco l’imprevisto viaggio del medico a Roma e l’incontro di quest’ultimo con Monica Mileti. Potrebbe essere dunque escusso Salvatore Fugazzotto in ordine a questi contatti telefonici. I contatti tra l’utenza di Attilio Manca e quella intestata ad Emanuele Lo Turco, ma in uso a Monica Mileti, iniziavano quindi il 19 giugno 2003.

Quel giorno il dott. Manca era in Francia per «ragioni professionali», secondo quanto riferito dal collega Maurizio Candidi.

La circostanza appare coerente con quanto emerge dall'analisi dei fogli di servizio dell’ospedale Belcolle, risultando dagli stessi che Attilio Manca non era stato in servizio dal 18 al 22 giugno 2003. Il contatto successivo tra i due avveniva due mesi più tardi, il 18 agosto, con sei chiamate (tutte sotto al minuto di conversazione) e un sms finale. Il terzo contatto avveniva due settimane dopo, il 31 agosto: tre telefonate e un sms finale. In queste giornate Manca non era in servizio. La quarta ed ultima occasione in cui si registrano contatti è il 25 ottobre, con ben sette telefonate (cinque di queste sotto il minuto, ed eccezione della quarta, lunga tre minuti) e il solito sms conclusivo.

Dagli accertamenti svolti risulta che anche il 25 e il 26ottobre il dott. Manca non era in servizio in ospedale. I suoi genitori ricordano di aver ricevuto, proprio nell’ottobre 2003, una telefonata del figlio, nella quale egli riferiva di essere nel sud della Francia.

È evidente la particolarità dei contatti dell’anno 2003 tra i due (Manca-Mileti, ndr) caratterizzati da uno schema simile: diverse telefonate ed sms finale. Eccezione è il solo contatto del giugno 2003, verosimilmente per la presenza del medico in Francia. Potrebbe essere utile, pertanto, sentire Monica Mileti in ordine ai motivi della molteplicità di chiamate nella stessa giornata, per di più così ravvicinate tra loro, tra lei e Attilio Manca; al luogo in cui eseguiva le sedute di fisioterapia; al luogo in cui venne espletata la perquisizione; ai motivi per cui ebbe in uso le utenze a lei non intestate; ai suoi rapporti con Dario Paroletti e ai motivi delle frequenti telefonate in orario serale con questo; ai tempi e modi in cui perse l’apparecchio cellulare contenente la scheda intestata al Lo Turco.

Potrebbe essere escusso Emanuele Lo Turco sui motivi per cui ebbe ad attivare un’utenza cellulare data subito in uso a Monica Mileti e, Dario Paroletti, in ordine ai suoi rapporti con la predetta.

Tali approfondimenti potrebbero, infatti, colmare alcune lacune del­l’indagine condotta dalla procura della repubblica di Viterbo sulla figura di Monica Mileti, il cui ruolo appare opaco e verosimilmente più significativo di quello invece attribuitole

 

L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI 

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L'INTERVISTA AD ANTONIO INGROIA

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LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/5

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/6

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- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/13

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Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

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Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»