La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/14

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 14^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/14

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

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LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

5.5 Considerazioni sui dati acquisiti attraverso l’analisi dei tabulati telefonici
 

5.5.1 Le utenze in uso a Monica Mileti
Si ritiene ora utile analizzare alcuni ulteriori elementi provenientidall’analisi dai tabulati telefonici delle utenze in uso a Monica Mileti ed inparticolare in relazione ai suoi rapporti con Attilio Manca.In primo luogo, è opportuno evidenziare come la donna avessel’esclusivo utilizzo di utenze a lei non intestate. E' dato documentale chel’utenza a lei riferita salvata in rubrica da Attilio Manca fosse intestata adaltro soggetto, Emanuele Lo Turco. Quest’ultimo, più giovane della Miletidi venti anni, ha dichiarato(72)di aver incontrato per la prima volta MonicaMileti, di cui conosceva il passato di tossicodipendente, circa tre anniprima. Non risulta essere stata posta al predetto alcuna domanda in meritoall’utenza a lui intestata né lui riferì quel significativo dettaglio. Neppurea Monica Mileti fu posto alcun quesito sull’argomento, né sugli eventualimotivi per cui ella aveva chiesto all' uomo di attivare, per suo conto,un’utenza telefonica.L’utenza telefonica in oggetto veniva asseritamente «smarrita» daMonica Mileti dopo che questa venne sentita ad informazioni testimonialiper la prima volta, il 14 febbraio 2004, probabilmente nell’intervallo tra ilprimo e il secondo verbale (espletato il 19 febbraio), poiché fu dopo questoche la Procura di Viterbo emetteva il decreto di acquisizione dei tabulatirelativi alla seconda utenza della Mileti (nr. 3401419540), di cui fuverosimilmente comunicata l’esistenza in quel frangente. In caso contrarioè ragionevole ritenere che l’Autorità giudiziaria viterbese avrebbe chiestol’acquisizione dei relativi tabulati assieme a quelli della prima utenza in usoalla donna e di quella intestata ed in uso a Attilio Manca. Anche ledichiarazioni rese dal già citato formale intestatario della prima utenza inuso a Monica Mileti sembrano confermare questa ipotesi, poiché, sentito averbale il 24 agosto 2004, riferiva che «fino ad alcuni mesi orsono lachiamavo su un’altra utenza cellulare di cui al momento non ricordo ilnumero. Monica mi ha detto che aveva perduto il cellulare con la schedacorrispondente al suo numero e mi ha dato quello sopra riportato»(73).Quanto alla seconda utenza in uso a Monica Mileti (nr. 3401419540),dagli atti processuali acquisiti da questa Commissione dalla procura della repubblica di Viterbo e da quella di Roma, non può evincersi l’intestatariodella stessa, poiché mancano i dati relativi ai tabulati inviati dalla compa­gnia telefonica VODAFONE, mentre quelli inviati dalle compagnie TIM eWIND mostrano un uso alquanto scarno dell’utenza da parte della donna,che la utilizzava soprattutto in orari serali e notturni, in particolare con taleParoletti Dario(74).Negli atti acquisiti dalla procura della repubblica di Messina, invece,il nome dell’intestatario è presente all’interno di un’informativa dellaSquadra Mobile della Questura di Messina(75), ma nessuna verifica risultaessere stata effettuata in ordine a tale soggetto, né in quale circostanzavenne in contatto con Monica Mileti.

 

L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI 

Omicidio Manca: «In questa storia ci sono anche gli apparati deviati dello Stato»

L'INTERVISTA AD ANTONIO INGROIA

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LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2

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IL CASO MANCA: vergogna di Stato

LA SECONDA PARTE (Video) IL CASO MANCA. Un Paese immerso nelle Trattative

- IL CASO MANCA, la seconda parte

Borsellino sul caso Manca: «Gli stessi assassini di mio fratello Paolo»

IL CASO MANCA, la seconda parte

IL CASO MANCA - Una storia tra mafia e Stato corrotto.

 

LA PRIMA PARTE (Video) - Attilio Manca è Stato ucciso

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SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»