Premio Lea Garofalo, parla Anna Di Marino: «Dobbiamo impegnarci tutti»

L'INTERVISTA all'Assessore all'istruzione di Casoli (Ch), dove si svolgerà la manifestazione dal 21 al 24 novembre 2023 organizzata e promossa dall'Associazione Dioghenes APS.

Premio Lea Garofalo, parla Anna Di Marino: «Dobbiamo impegnarci tutti»

IL PROGRAMMA UFFICIALE

2^ edizione

Casoli, 21/24 novembre 2023

PREMIO NAZIONALE

LEA GAROFALO

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Da assessore all'istruzione ha dato piena disponibilità alla realizzazione di questo premio a Casoli. Quanto è importante impegnarsi per questa seconda edizione del premio?
«Come amministratrice comunale credo sia fondamentale e doveroso impegnarsi ogni giorno sui temi della legalità, della lotta alla criminalità organizzata e sullo sviluppo di una cittadinanza attiva e responsabile.

La seconda edizione del Premio nazionale Lea Garofalo è per noi una importante opportunità per sensibilizzare il territorio su queste tematiche: la presenza di esperti e testimoni privilegiati sicuramente sarà un valore aggiunto di approfondimento e riflessione su questa “piaga” che ancora oggi attanaglia il nostro Paese, svelando verità ancora nascoste e contribuendo, nel contempo, a tenere viva la memoria di quanti hanno sacrificato la loro vita per la legalità, la lotta alla corruzione e alla criminalità.

Dibattere su queste tematiche e tributare i giusti riconoscimenti a coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare, divenendo testimoni di giustizia, o di operare assumendosi rischi e responsabilità, significa contribuire alla crescita civile e sociale del contesto di appartenenza».

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Da rappresentante delle istituzioni, quanto c'è ancora da fare da parte delle stesse istituzioni per dare una vera svolta nella lotta alle mafie?

«Le Istituzioni sono formate, guidate e gestite da persone all’uopo elette e/o nominate che, prima di tutto, devono essere competenti e incorruttibili ed avere ben chiari e saldi i principi costituzionali e la mission istituzionale da perseguire. Esse devono impegnarsi in modo consapevole e meno superficiale, senza dare nulla per scontato, ponendo in atto azioni e comportamenti in grado di tutelare i cittadini onesti e rispettosi delle Leggi.

E’ necessario l’impegno quotidiano di tutti e di ciascuno, essere credibili e trasparenti, dare esempi di legalità e correttezza, avere la schiena dritta senza farsi sfiorare da compromessi, ricatti o, peggio ancora, connivenze e collusioni. E’ fondamentale mantenere sempre alta l’attenzione al territorio e ai cambiamenti sospetti per evitare infiltrazioni di cosche mafiose e combattere pedissequamente la criminalità nelle sue varie forme. Altro elemento su cui investire è dato dalla formazione delle nuove generazioni: bisogna investire sui bambini, ragazzi e giovani, aiutarli a crescere nella legalità e per la legalità, nel rispetto dell’alterità e nell’impegno sociale e civile».

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Quanto è importante coinvolgere gli alunni nella realizzazione e nella sensibilizzazione di fronte a queste tematiche?

«Sensibilizzare e coinvolgere le nuove generazioni sui temi legati all’educazione alla legalità e all’inclusione sociale e culturale è di vitale importanza almeno per due motivazioni: la prima è che dove esiste povertà educativa c’è il rischio di infiltrazioni di reti criminali organizzate, per cui il miglior investimento per prevenire e contrastare la mafia è quello dell’educazione e dell’istruzione. Ciò vuol dire dare l’avvio ad una grande sfida: trasformare i territori ad alta densità criminale in contesti ad alta densità educativa, promuovendo maggiori opportunità formative a scuola e rafforzando gli spazi di aggregazione sportivi e culturali. La seconda motivazione è data da una semplice riflessione: le nuove generazioni saranno, tra qualche anno, chiamate a gestire il nostro Paese e a confrontarsi e collaborare con gli altri Paesi, facendo scelte e prendendo importanti decisioni. Esse potranno farlo in modo efficace solo se sono state educate al rispetto delle regole, dell’etica, della morale e dei valori costituzionali; se hanno compreso quali sono i principi fondamentali per vivere in una società civile; se hanno memoria del passato e se hanno acquisito conoscenze attendibili su cosa sono le mafie, sui tragici eventi mafiosi e criminali accaduti, sulle persone che hanno sacrificato la propria vita per combattere la mafia e la cultura mafiosa; se sono stati messi in grado di costruirsi uno spirito critico e di comprendere le modalità di esercizio dei propri diritti-doveri e il rispetto delle Leggi».

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Siamo arrivati alla seconda edizione del Premio. Cosa si aspetta da questo premio e dalle prossime edizioni?

«Sono convinta che questa seconda edizione del Premio nazionale Lea Garofalo contribuirà a sostenere e promuovere la cultura della legalità, a veicolare messaggi di impegno sociale e civile, a creare maggiore consapevolezza sugli eventi accaduti e ad avere memoria delle tante persone che hanno combattuto contro la cultura mafiosa.

Mi aspetto un confronto aperto e costruttivo con gli studenti delle varie scuole che incontreremo e una partecipazione sentita da parte della cittadinanza. Mi auguro che gli spunti di riflessione che emergeranno nel corso delle giornate portino ad analizzare il fenomeno mafioso da più punti di vista e in modo più approfondito; contribuiscano a creare un interesse più vivo ed una partecipazione più attiva e coinvolgente sulle tematiche oggetto del Premio e sulle azioni che si possono implementare e, quindi, possano creare sinergie virtuose per operare concretamente sul territorio.

Le prossime edizioni saranno sicuramente sempre più coinvolgenti e apprezzate e contribuiranno ad allargare la platea di coloro che vorranno operare e vivere all’insegna della legalità, dell’inclusione e della cittadinanza attiva e responsabile».

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