La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/20
Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 20^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.
«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»
Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)
Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.
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LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.
WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)
- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza
6.1.3 Gli esami dattiloscopici sulle impronte rilevate nell’abitazione della vittima
Delle diciotto impronte (17 di natura digitale e 1 di natura palmare) rilevate dalla polizia scientifica e ritenute utili per confronti dattiloscopici, quattordici risultavano riconducibili ad Attilio Manca e tre non trovavano riscontro né con le impronte della vittima, né con quelle dei suoi genitori, del fratello e delle persone in quel momento indagate.
L’ultima impronta, invece, quella di natura palmare rinvenuta su una piastrella del bagno vicino alla doccia, veniva ritenuta riconducibile ad Ugo Manca che riferiva di averla lasciata a metà dicembre 2003, allorchè fu ospitato una notte dal cugino Attilio in previsione di un intervento chirurgico che gli venne praticato proprio da quest’ultimo all’ospedale «Belcolle» di Viterbo.
Sul punto va evidenziato un dato singolare. L'appartamento, dopo la permanenza di Ugo Manca, fu frequentato dai genitori di Attilio, ospiti del figlio nei giorni di Natale 2003, e da diversi amici del medico, che trascorsero la serata a casa sua il 6 febbraio 2004, quindi meno di una settimana prima della sua morte. Eppure nessuna delle loro impronte veniva rilevata dalla polizia scientifica. Alla luce delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – che si tratteranno nei capitoli successivi – si evidenzia da parte della Commissione la possibile utilità di una comparazione tra le impronte a tutt’oggi non ricondotte ad alcuno e quelle del mafioso Carmelo De Pasquale e dell’ex poliziotto Giovanni Aiello.
Si tratta di soggetti entrambi ormai deceduti, ma dei quali possono ritenersi rintracciabili le impronte, essendo il primo gravato da pregiudizi penali (97) ed il secondo appartenente alla Polizia di Stato all' epoca in cui essa era ancora un corpo militare.
L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI
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L'INTERVISTA AD ANTONIO INGROIA
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LE PRECEDENTI PUNTATE:
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/5
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/6
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/7
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/8
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/9
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/10
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/11
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/12
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/13
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/14
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/15
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/16
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/17
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/18
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/19
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SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»
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Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»