La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/23
Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 23^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.
«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»
Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)
Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.
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LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.
WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)
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7. IL RAPPORTO DI ATTILIO MANCA CON GLI STUPEFACENTI
Nell’arco delle indagini aperte a seguito della morte di Attilio Manca, espletate dalle Procure e dalle Squadre Mobili di Viterbo, Messina e Roma, molti amici e/o colleghi del medico sono stati ascoltati ad informazioni testimoniali, per riferire quanto a loro conoscenza circa il rapporto del medico con le droghe.
7.1 Le dichiarazioni degli amici e colleghi viterbesi di Attilio Manca
Di seguito si riportano le dichiarazioni assunte nei giorni e nei mesi seguenti il ritrovamento del cadavere di Attilio Manca. Tutti i colleghi e amici di Viterbo e Roma di Attilio Manca assunti ad informazioni testi moniali dagli inquirenti, erano concordi nell’affermare che il medico non fosse un consumatore di stupefacenti. Si riportano di seguito alcune delle dichiarazioni rese sul punto più significative.
Antonio Rizzotto, primario del reparto di urologia dell’ospedale « Belcolle » di Viterbo: «Escludo categoricamente che Attilio potesse far uso di stupefacenti di alcun tipo. E' una persona con la quale sia io che i miei colleghi abbiamo vissuto rapporto di confidenza sia in termini professionali che umani tanto da accorgersi di una tale situazione».
Maurizio Candidi, urologo, amico e collega di Attilio Manca: «Non mi risulta che il dott. Manca Attilio facesse uso di insulina o sostanze stupefacenti di alcun tipo».
Loredana Mandoloni, infermiera del reparto di urologia, legata ad Attilio Manca da una relazione sentimentale: «Non mi risulta che il Manca facesse uso di sostanze stupefacenti o medicinali di qualsiasi tipo, anzi da come diceva 'era contrario ad assumere farmaci'».
Massimo Fattorini, urologo, caro amico e collega di Attilio Manca: «Non mi risulta che il dott. Attilio Manca facesse uso di stupefacenti».
Eufrasia Frattarelli, anestesista, buona amica di Attilio Manca, con il quale aveva avuto nel passato una relazione sentimentale. «Per quanto mi risulta il Dr. Manca non era solito assumere sostanze stupefacenti e nè tantomeno era solito assumere farmaci a “sproposito”».
Gerardo Ronzoni, primario del reparto di urologia dell’ospedale «Gemelli» di Roma, mentore di Attilio Manca e suo superiore durante gli anni della specializzazione in urologia: «Posso affermare di conoscere abbastanza bene Manca Attilio ed escludo che, per quanto mi risulti, potesse avere dei motivi per suicidarsi. Lo stesso era molto ambizioso sul lavoro ed anche molto capace. Entusiasta della sua professione e credo che proprio questa ambizione lo aveva portato a scegliere la sede di Viterbo rispetto ad un ospedale più grande come il Gemelli».
Maria Cutrupia, cara amica di Attilio Manca, residente a Roma, ma nata e cresciuta a Barcellona Pozzo di Gotto: «Escludo che potesse far uso di droga o alcol: desumo quanto appena dichiarato dalla conoscenza che avevo di lui e da alcuni esempi di morigeratezza che ha dimostrato di osservare».
Roberta Chiaramonti, segretaria del prof. Gerardo Ronzoni, conoscente di Attilio Manca da anni: «Non mi risulta che Manca Attilio facesse uso di sostanze stupefa centi, ne' che soffrisse di qualche malattia particolare».
Tiziana De Cuia, medico odontoiatra di Roma, amica di Attilio Manca: «Escludo, per quello che è stata la mia conoscenza di lui, che possa aver fatto uso di sostanze stupefacenti e che possa essersi suicidato».
Massimiliano De Vecchis, professore di urologia nella clinica romana «Villa Valeria», nella quale aveva prestato servizio fino al giugno 2003 anche Attilio Manca: «Non sono a conoscenza se Manca facesse uso di sostanze stupefacenti, nè che soffrisse di malattie particolari. Per come l’ho conosciuto era una persona precisa e molto scrupolosa sul lavoro».
L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI
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LE PRECEDENTI PUNTATE:
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3
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Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
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