La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/26

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 26^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/26

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

7.4 L’audizione del prof. Salvatore Giancane

Il 24 novembre 2021 questa Commissione ha audito il prof. Salvatore Giancane, esperto tossicologo del S.E.R.T. di Bologna. Si ritiene utile riportare estratti della sua audizione, relative alle diverse tematiche di
interesse per la presente relazione.

Sul luogo e l’ambiente nel quale avviene il rinvenimento di un soggetto deceduto per overdose da eroina:
«Nella maggior parte dei casi, la scena è contraddistinta innanzitutto dalla presenza di quello che è servito per preparare le dosi. La prepara­zione delle dosi è un atto rituale per un tossicodipendente ed è parte integrante dell’autosomministrazione. (...) Noi troviamo il cucchiaino, il limone o l’acido citrico, i filtrini, l’accendino, molto spesso il laccio emostatico ancora al braccio della persona. (...) Non è mai capitato che si comprino le siringhe con la dose già al loro interno, (...) la preparazione è parte integrante dell’assunzione per un eroinomane».

Sui momenti che precedono la morte per overdose da eroina:
«La morte per eroina non è mai istantanea ma segue dopo mezzora fino a due ore dall’autosomministrazione. Quella che è istantanea è la perdita di coscienza, solitamente preceduta da una fase di pochi secondi di incoordinazione di movimenti, disartria. La persona non riesce a fare molto se non a rannicchiarsi, infatti la maggior parte delle persone viene ritrovata in una posizione quasi fetale. Nel 95% dei casi la scena è questa».

Sull’assunzione di più dosi di eroina consecutive, fenomeno chiamato «redosing»:
«Il redosing è tipico della assunzione di cocaina, in genere è tipico di tutte le sostanze con una breve durata di azione. Il cocainomane, perché l’effetto della cocaina dura 10-15 minuti. (...) Per l’eroina solitamente la somministrazione è unica, perché ha una durata d’azione lunga. Un minimo di quattro ore, più spesso sei. Soprattutto, la somministrazione è seguita da una fase, in gergo definita “flash”, di piacere totalizzante e pervasivo, in cui uno a tutto pensa tranne che a farsi una nuova dose. Una nuova dose interviene quando l’eroinomane inizia ad avvertire i primi sintomi di astinenza. L’altro caso di redosing di eroina è quando la sostanza è di bassissima qualità, che non è quella del caso in questione, visto che la dose è stata addirittura mortale».

Sull’eventualità che l’iniezione di eroina venga eseguita nel braccio dominante dell’assuntore, il prof. Giancane dichiarava di non aver mai visto, nei suoi decenni di esperienza, una simile azione, tranne nel caso in cui «nel braccio dominante si fossero completamente esauriti gli accessi venosi, poiché i vasi, dopo tanti anni di assunzione, vanno incontro ad una sclerosi. Sono le cosiddette “piste”, che sono molto evidenti».

Sui consumatori occasionali di eroina:
«I consumatori occasionali di eroina non sono molti, poiché l’eroina è una sostanza che aggancia, quindi prima o poi si sviluppa una forma di dipendenza. Sicuramente Attilio Manca non rientrava nel profilo degli assuntori abituali, sia perché ne mancavano le stimmate fisiche, sia per il funzionamento, poiché era un brillante chirurgo. Nella mia esperienza mi è capitato di avere a che fare con persone insospettabili che facevano un uso moderato o comunque saltuario di eroina. Tuttavia, i consumatori occasionali rimangono comunque in una sorta di mediocrità professionale. Vi è la possibilità che Manca sia stato un pregresso consumatore ricaduto. Lui ricade proprio quel giorno e fa una overdose. Questo si sarebbe potuto accertare con un esame del capello: non come quello effettuato (...) ma con un esame segmentato. Con tale esame il capello viene tagliato in segmenti di un centimetro, ognuno dei quali corrisponde ad un mese; dopodiché viene effettuato l’esame su ogni segmento e si riesce così a ricostruire una storia tanto lunga quanto è lungo il capello».

Sulla scelta del polso come sede di iniezione dell’eroina:
«Il polso non è assolutamente una sede di iniezione frequente per gli eroinomani. E' sede atipica e anche pericolosa. A livello del polso le vene sono molto piccole ma soprattutto la vena lì presente è attaccata all’arteria radiale. Quindi vi è il grosso rischio di pungere l’arteria e di provocare un’emorragia che può essere addirittura mortale. Ho tre casi di persone decedute, non di overdose ma perché accidentalmente avevano punto l’arteria. L’emorragia è profusa, immediata e può portare ad una morte per ipovolemia. (...) Questo dettaglio viene liquidato dicendo che Manca aveva scelto quella sede perché, in quel modo, poteva coprire i segni di veni puntura con l’orologio. Allora, il segno di veni puntura però non è uno soltanto, ce ne è anche uno a livello della vena antecubitale. Quindi questo è in contraddizione: li avrebbe fatti entrambi lì. Poi un medico sa bene che quella è una zona pericolosa e quindi mi sembra strano che possa scegliere quel punto. (...) Poi comunque non sarebbe stato un camuffamento efficace, poiché la prima cosa che fa un chirurgo, quando entra in sala operatoria, è togliersi l’orologio e lavarsi le mani».

Sulle sostanze oppioidi più comuni scelte da soggetti medici profes­sionisti:
«I farmaci più frequentemente utilizzati dai medici che diventano dipendenti da oppioidi sono la morfina e il Fentanil. (...) Gli operatori sanitari, siano essi medici o infermieri, che sviluppano una dipendenza, solitamente sottraggono farmaci dall’armadietto degli stupefacenti del reparto e, prima o poi, vengono scoperti proprio per questo. Ebbene, un altro dato che non risulta nel passato di Manca è l’ammanco di farmaci nei reparti dove lui ha lavorato. Questo è un altro elemento non coerente con la ricostruzione del profilo».

Sulla posizione in cui venne ritrovato il cadavere di Attilio Manca:
«La posizione del corpo sul letto per come è stato ritrovato non è compatibile con la classica caduta per abbandono da overdose. Se cado in avanti, la parte dei miei arti inferiori che sporge è pari all’altezza del letto stesso, invece il cadavere di Manca sporge dal letto solo con i piedi e questo non è compatibile con una caduta in avanti. Il margine del letto fa da fulcro della leva ed è più o meno all’altezza del ginocchio. Inoltre il palmo delle mani era rivolto in alto ma se sto cadendo in avanti, perdendo i sensi, in qualche modo cerco di attutire la caduta con le mani».

Sullo stato delle siringhe usate ritrovate sulla scena:
«In sede giudiziaria è stato detto che il Manca avrebbe rincappuc­ciato la siringa perché abituato dalla professione, ma non è affatto vero, in quanto un sanitario non ha l’abitudine di rincappucciare la siringa, al contrario, la smaltisce nel contenitore dei rifiuti speciali senza il cappuccio. Inoltre, se quella era stata la dose fatale, l’incoordinazione dei movimenti e i tremori avrebbero reso il reincappucciamento una manovra difficile, non molto facile.

Elementi che, secondo l’esperto, depongono per la etero somministra­zione: «(...) il primo è che non siano stati trovati residui della preparazione. Il secondo è che non vi siano impronte digitali sulla siringa. Il terzo è il fatto che i fori fossero presenti nel braccio dominante. (...) Quarto, il fatto che le inoculazioni fossero due fa pensare quasi che la prima non abbia funzionato e che si sia fatta la seconda. (...) La regione del polso non è infrequente solo perché vi decorre l’arteria radiale, che può essere punta accidentalmente, ma anche perché è estremamente difficile incannulare una vena in quella sede, specialmente utilizzando la mano non dominante.

Diversamente, ma su questo sono più sfumato, ho immaginato che se io tengo fermo il braccio di una persona, specialmente aiutato da qualcuno, per procedere a una operazione di questo tipo, allora quella è un’ottima sede: uno tiene ferma la mano, l’altro tiene fermo l’avambraccio e si procede in quella sede lì. (...)

Possiamo presumere che la prima inocula­zione sia avvenuta lì e la seconda, quando ormai Manca era stordito, sia stata quella della vena antecubitale del braccio».

Sulla scelta dell’overdose come modalità per effettuare un omicidio:
«Esiste una casistica, secondo studi americani, rispetto a morti per overdose che sono stati degli omicidi. In questa casistica viene sottolineato il fatto che l’overdose è un ottimo modo per uccidere una persona, perché i rilievi in caso di overdose sono assai superficiali e ovviamente ciò dà un grande vantaggio a chi commette il fatto».

 

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LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2 

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/5

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/6

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/7

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- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/9

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- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/25

 

 

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