La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/38
Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 37^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.
«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»
Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)
Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.
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LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.
WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)
- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza
10.2 I mafiosi barcellonesi chiamati in causa dai collaboratori di giustizia
10.2.1 Salvatore Rugolo
Salvatore Rugolo, professione medico, era il figlio dell’ex capomafia di Barcellona Pozzo di Gotto, Francesco «Ciccio» Rugolo, e il cognato dell’attuale capomafia barcellonese, Giuseppe Gullotti, convolato a nozze con Venera Rugolo.
Nonostante le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia lo avessero indicato come un mafioso di alto rango inserito nei salotti bene della borghesia messinese, Rugolo non riportò mai condanne per associazione mafiosa, poiché nel 2008 trovava la morte in un incidente stradale.
Il primo atto investigativo di una certa importanza che evidenziava le sue frequentazioni era stata l’informativa dei Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto denominata «Tsunami», di cui si ritiene di riportare uno stralcio per delineare esaustivamente la figura del Rugolo:
«[Salvatore Rugolo] E' figlio di Rugolo Francesco nato a Barcellona P.G. l’08.06.1930 ed ivi ucciso il 26.02.1987 nel quadro della guerra di mafia tra barcellonesi e chiofaliani, allorquando era ritenuto il capo indiscusso della mafia barcellonese. E' fratello di Rugolo Venera nata a Barcellona P.G. il 05.10.1959, ivi residente in via Pitagora nr. 20, moglie del noto boss mafioso Gullotti Giuseppe in atto detenuto e (...) mandante dell’omicidio del giornalista del quotidiano “La Sicilia” Beppe Alfano, commesso in questo centro in data 08.01.1993.
Da quando il cognato Gullotti Giuseppe è detenuto, ed ancor più dall’arresto di Di Salvo Salvatore detto “Sam” nell’ambito dell’indagine Omega condotta dal R.O.S. e coordinata dalla DDA di Messina, pare che il Rugolo abbia preso in mano le redini della “famiglia”, divenendo di fatto il referente locale della mafia barcellonese. Di lui parlano alcuni collaboratori di giustizia; in particolare, Chiofalo Giuseppe, (...). E' stato inoltre sottolineato come questo personaggio, membro di una Commissione Invalidi che ha il compito di riconoscere le invalidità ai fini previdenziali, approfitti di tale posizione per operare censurabili raccomandazioni e disdicevoli estorsioni. Infine sono stati evidenziati gli strettissimi rapporti che lo legano sia con Cipriano Bartolo, sia con Pino Santi e Granata Antonino e quindi con il dr. Olindo Canali».
Salvatore Rugolo, come si è anticipato, moriva in un incidente stradale il 26 ottobre 2008. Giunto sulla strada statale 115, nei pressi di Tripi, Rugolo – che non indossava la cintura di sicurezza – perdeva il controllo della Chrysler Jeep Wrangler sulla quale viaggiava assieme ad un ragazzo di vent’anni, Vincenzo Italiano, che riportava un leggero trauma cranico. Il consulente tecnico incaricato di svolgere gli esami tossicologici sui campioni biologici prelevati dal cadavere del Rugolo, indicava la presenza di alcool etilico in concentrazione compatibile con uno stato di manifesta ebbrezza clinica. Il giovane Italiano, invece, dichiarerà all’autorità giudiziaria di Barcellona Pozzo di Gotto che il Rugolo non fosse ubriaco quando si mise alla guida del fuoristrada. La vicenda veniva infine archiviata come incidente.
RICEVIAMO VIA MAIL (31 gennaio 2024) e pubblichiamo la richiesta dell'Avv. Roberta Rugolo. Ci teniamo a ribadire che questo non è un articolo - come viene definito dal legale - ma è la mera pubblicazione di un atto parlamentare, precisamente una Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia.
Abbiamo chiesto una intervista alla legale. Abbiamo ricevuto un diniego.
Solo per correttezza e trasparenza pubblichiamo la comunicazione arrivata sulla nostra mail Redazionale.
La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/38
La suddetta frase come formulata, inequivocabilmente, induce a credere che per il Rugolo, soggetto della Vs pauca ricerca, sia stata la morte ad evitargli una sentenza condannatoria. Questo del resto è fortificato dal tenore complessivo dell’articolo.
L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI
- Omicidio Manca: «In questa storia ci sono anche gli apparati deviati dello Stato»
L'INTERVISTA AD ANTONIO INGROIA
- CASO MANCA. Ingroia: «L'Antimafia ha fotografato i fatti acclarati: un omicidio di mafia e di Stato»
LE PRECEDENTI PUNTATE:
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/5
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/6
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/7
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/8
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/9
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/10
- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/11
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- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/37
- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia
- Senso di rabbia ed indignazione
- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza
- Ma era ancora il Capo di Cosa nostra?
- Parla Ingroia: «Matteo Messina Denaro si è fatto arrestare»
- «Il gelataio Baiardo è il messaggero dei Graviano»
- «Restano delle ombre», così l’On. Ascari si esprime sull’arresto di Matteo Messina Denaro
- «L'arresto di Messina Denaro è una sceneggiata»
- Matteo Messina Denaro, parla Sonia Alfano: «La politica si occupi seriamente di lotta alla mafia»
IL CASO MANCA: vergogna di Stato
LA SECONDA PARTE (Video) - IL CASO MANCA. Un Paese immerso nelle Trattative
- IL CASO MANCA, la seconda parte
- Borsellino sul caso Manca: «Gli stessi assassini di mio fratello Paolo»
- IL CASO MANCA, la seconda parte
- IL CASO MANCA - Una storia tra mafia e Stato corrotto.
LA PRIMA PARTE (Video) - Attilio Manca è Stato ucciso
- IL CASO MANCA. Le novità che potrebbero riaprire il caso
- Morte di Attilio Manca, arriva l’assoluzione per Monica Mileti
- Omicidio Attilio Manca: un pezzo di Trattativa Stato-mafia
- Il massacro di Attilio Manca: la relazione (di maggioranza) sulla morte dell'urologo siciliano
- Attilio Manca: la Relazione sulla sua morte
- Il massacro di Attilio Manca. Chi è Stato?
- Attilio Manca suicidato per salvare Bernardo Provenzano
- CASO ATTILIO MANCA: parla il collega Simone Maurelli
- E se Attilio (Manca) fosse tuo fratello?
- Caso Manca: i pentiti parlano, lo Stato tace. Intervista alla madre Angela
- Attilio Manca: da chi è Stato "suicidato"?
- Il pentito: «Matteo Messina Denaro è un pezzo di merda. Voglio parlare con Di Matteo»
- C'è un patto tra Stato e mafia? Per l'On. Aiello: «Non si vogliono guastare gli equilibri»
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- «Abbiamo bisogno della vera Antimafia, non quella da passerella»
- 30 anni dopo: la benedizione sui candidati dei condannati per mafia
L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino
PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»
SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»
TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto»
L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO
Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»