La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/48

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 48^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/48

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

11. L’IPOTESI DEL CONTATTO TRA BERNARDO PROVENZANO E ATTILIO MANCA

11.1 La latitanza di Bernardo Provenzano nel messinese

Il giornalista Antonio Mazzeo, audito da questa Commissione nel corso dei lavori della missione svoltasi a Messina nella primavera del 2022, è stato uno dei primi a trattare dei collegamenti tra Bernardo Provenzano e la provincia di Messina.

Si richiama al riguardo quanto dal predetto scritto in un articolo: « Il patto di sangue Corleone-Barcellona si sviluppò sotto l’ala protettiva di Provenzano, latitante tra Bagheria e il messinese. Sin dalla fine degli anni '70 in questa provincia si insediarono vere e proprie “cellule” corleonesi. Per la gestione dei traffici di droga e degli appalti, fu inviato a Messina Michelangelo Alfano, imprenditore vicino a Leonardo Greco, capomandamento di Bagheria. Le cosche della vicina Milazzo sono tra le più fedeli alleate dei clan nisseni diretti da Giuseppe Madonia: il cugino Luigi Ilardo fu incaricato direttamente da Provenzano di contattare i colletti bianchi del triangolo Bagheria-Messina-Barcellona.

“Ricordo che i fratelli Sebastiano e Pietro Rampulla si nascosero in una masseria di Antonio Ferro, tra Gela e Butera”, raccontò Luigi Ilardo al tenente colonnello Riccio dei Ros, qualche giorno prima di essere assassinato. Il mafioso Antonio Ferro era uno dei pochi a conoscere l’identità del “ragioniere” che incontrava periodicamente a Bagheria nella fabbrica di Leonardo Greco. Dal “ragioniere” si recava pure Santapaola, già latitante nel barcellonese, arrestato nel '93 a Caltagirone a due passi da una tenuta dei Rampulla. Quel “ragioniere” era Provenzano». La ricostruzione del giornalista Mazzeo trova fondamento oltre che nelle dichiarazioni rese da Giuseppe Campo, anche in quelle di un altro collaboratore di giustizia che pure ha fatto riferimento alla presenza di Bernardo Provenzano nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto.

Nel 2005 Antonino Giuliano riferiva infatti all’autorità giudiziaria di Messina di aver visto il boss latitante nella casa di Michelangelo Alfano, mafioso di origine bagherese trapiantato nella provincia di Messina: « ...A proposito della mia stretta amicizia con Alfano voglio riferire quanto verificatosi qualche giorno fa. Guardando la televisione e preci­ samente il programma “Chi l’ha visto ?” ho notato delle fotografie raffiguranti il soggetto che veniva indicato quale Provenzano, il noto latitante, ed immediatamente mi venne alla mente un soggetto che avevo incontrato due volte a casa di Michelangelo Alfano, sita nel Complesso Parnaso di Messina. Allorché egli era detenuto, e in un periodo ricadente nel semestre precedente la sua scarcerazione, mi recai due volte a casa sua a distanza di una settimana, per partecipare con i suoi familiari ad una preghiera. La mia visita fu sollecitata dalla moglie di Alfano in entrambe le occasioni, e recatomi presso la sua abitazione oltre alla signora Alfano incontrai suo fratello con la moglie che è una francese e questo signore che non mi fu presentato e che pure partecipò alle preghiere. (...)

A.D.R. Da allora non ho più visto quel signore che ora, dal raffronto con la fotografia vista in televisione, posso con certezza dire essere stato Provenzano... »;

«Alfano e la sua famiglia sanno tutto di Provenzano che io ho visto a casa loro, come ho già riferito in altri verbali. Quando io mi sono recato, in numerose circostanze, a Bagheria insieme a Michelangelo Alfano, lui mi riferiva durante il viaggio dei suoi vari possedimenti, dislocati lungo la strada e mi diceva che erano di sua proprietà.

A.d.r.: Abbiamo parlato di Provenzano perché Alfano è un capomafia e mi ha indicato i soggetti che fungevano da prestanomi... » 

 

 

L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI 

Omicidio Manca: «In questa storia ci sono anche gli apparati deviati dello Stato»

L'INTERVISTA AD ANTONIO INGROIA

- CASO MANCA. Ingroia: «L'Antimafia ha fotografato i fatti acclarati: un omicidio di mafia e di Stato»

 

 

LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2 

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4

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Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia

- Senso di rabbia ed indignazione

IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

 

- Ma era ancora il Capo di Cosa nostra?

- Parla Ingroia: «Matteo Messina Denaro si è fatto arrestare»

«Il gelataio Baiardo è il messaggero dei Graviano»

- «Restano delle ombre», così l’On. Ascari si esprime sull’arresto di Matteo Messina Denaro

Arresto Messina Denaro, parla Ravidà: «Ho paura che possa accadere qualcosa di brutto in questo Paese»

- «L'arresto di Messina Denaro è una sceneggiata»

Matteo Messina Denaro, parla Sonia Alfano: «La politica si occupi seriamente di lotta alla mafia»

Dopo l'arresto di Messina Denaro: «Faccia i nomi delle coperture politiche ed istituzionali che hanno garantito la sua latitanza»

ANTEPRIMA/1. Le parole della signora Manca (madre di Attilio): «Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

 

IL CASO MANCA: vergogna di Stato

LA SECONDA PARTE (Video) IL CASO MANCA. Un Paese immerso nelle Trattative

- IL CASO MANCA, la seconda parte

Borsellino sul caso Manca: «Gli stessi assassini di mio fratello Paolo»

IL CASO MANCA, la seconda parte

IL CASO MANCA - Una storia tra mafia e Stato corrotto.

 

LA PRIMA PARTE (Video) - Attilio Manca è Stato ucciso

- IL CASO MANCA. Le novità che potrebbero riaprire il caso

Morte di Attilio Manca, arriva l’assoluzione per Monica Mileti

Omicidio Attilio Manca: un pezzo di Trattativa Stato-mafia

Il massacro di Attilio Manca: la relazione (di maggioranza) sulla morte dell'urologo siciliano

Attilio Manca: la Relazione sulla sua morte

- Il massacro di Attilio Manca. Chi è Stato?

Attilio Manca suicidato per salvare Bernardo Provenzano

CASO ATTILIO MANCA: parla il collega Simone Maurelli

E se Attilio (Manca) fosse tuo fratello?

Caso Manca: i pentiti parlano, lo Stato tace. Intervista alla madre Angela

Attilio Manca: da chi è Stato "suicidato"?

 

- Il pentito: «Matteo Messina Denaro è un pezzo di merda. Voglio parlare con Di Matteo»

 

C'è un patto tra Stato e mafia? Per l'On. Aiello: «Non si vogliono guastare gli equilibri»

Cimarosa: «I figli non possono pagare gli errori dei padri»

«Le persone sono più coraggiose a Castelvetrano»

«Abbiamo bisogno della vera Antimafia, non quella da passerella»

Ci restano le monete

La sagra dell'ipocrisia

 

- A cosa serve commemorare?

30 anni dopo: la benedizione sui candidati dei condannati per mafia

Un Paese al contrario

 

L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»