La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/54

Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia. 54^ PARTE/Continuiamo a pubblicare integralmente la nuova relazione sull'urologo siciliano ucciso da pezzi dello Stato, in collaborazione con Cosa nostra.

La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/54

«Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

Angela Manca, WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

Hanno ammazzato una persona perbene perchè aveva riconosciuto il boss latitante di Cosa nostra. Lo hanno fatto nella totale impunità, grazie alle coperture istituzionali. Le stesse coperture che hanno utilizzato per versare fiumi di sangue. Da Portella della Ginestra (1947) in poi.

- Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

LA MORTE VIOLENTA DI ATTILIO MANCA. La famiglia Manca, come tante altre famiglie italiane, merita uno spazio fisso sugli organi di informazione. Su queste vicende vergognose bisognerebbe aprire una "finestra" fino alla definitiva risoluzione del caso. Noi, insieme a pochi altri, ci siamo. E facciamo nostra la convinzione del poeta Pasolini. Continueremo a battere sempre sullo stesso chiodo. E, sicuramente, non ci fermeranno per stanchezza.

WordNews.it, 2022 (Per approfondimenti CLICCA sul link a sinistra)

 

- IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

11.5 Osservazioni conclusive

Alla luce delle emergenze sin qui analizzate, deve ritenersi ipotesi assai verosimile quella per la quale la morte di Attilio Manca sia legata ai probabili contatti da questi avuti con Bernardo Provenzano.

Non è stato possibile, però, determinare il momento esatto in cui le vite del medico e del latitante si siano incrociate. Ma l’incertezza riguarda anche alcuni profili che attengono alla patologia da cui quest' ultimo era affetto, le cure per lui apprestate, nonché le modalità con le quali furono scelte.

Quelle che, nella relazione della commissione antimafia della passata legislatura, si sono indicate come ricostruzioni complete, riguardo le cure cui fu sottoposto Provenzano, sembrano, invece, presentare vuoti notevoli.

Per quale motivo fu scelto proprio il dottor Philippe Barnaud e le due cliniche La Licorne e LaCasamance?

In che modo venne comunicato a Provenzano il risultato della biopsia alla prostata?

L’intervento alla prostata, a seguito della biopsia, doveva essere eseguito subito – come ha dichiarato il dott. Barnaud – o poteva essere svolto anche al termine dell’estate – come ha dichiarato invece Madeleine Orlando?

Madeleine Orlando ha saputo dell’arrivo del falso Gaspare Troia il giorno prima o ne era già informata avendo provveduto alla prenotazione della visita chiamando il centralino, come riferito dal dott. Barnaud?

Ed ancora: è verosimile che un latitante dell’importanza di Provenzano abbia scelto casualmente il chirurgo e la clinica dove operarsi e che abbia preso il relativo appuntamento tramite un centralino?

Sono da considerarsi credibili le spiegazioni offerte dal dott. Barnaud sui motivi per cui classificò come «urgente» una biopsia che il paziente incensurato da lui conosciuto con il nome di Troia avrebbe potuto fare qualche giorno dopo in Italia?

Se Provenzano aveva già scelto – per motivi allo stato ignoti – il Barnaud come chirurgo per l’operazione, perché scelse di rischiare un secondo viaggio in Francia invece di aspettare il risultato della biopsia (come poi fece, invece, per il risultato della scintigrafia)?

E dove alloggiò nei diciannove giorni trascorsi tra l’effet­tuazione della scintigrafia e il ricovero o nei diciassette giorni trascorsi tra la dimissione dall’ospedale e il ritorno in Italia?

Come mai Provenzano ritenne di utilizzare il modello E-111 per farsi rimborsare quelle poche migliaia di euro servite per gli esami e l’operazione, con tutti i rischi chela procedura per richiederlo, effettuata per ben due volte, avrebbe com­portato (rischi poi rivelatisi concreti, visto che gli inquirenti utilizzarono anche quei modelli per ricostruire la trasferta francese del latitante)?

Ma, soprattutto, viste le dichiarazioni del dott. Barnaud sulla necessità di una visita di controllo a distanza di tre mesi dalla dimissione dall’o­spedale (tre mesi che scadevano proprio quel febbraio in cui trovò la morte Attilio Manca), quale fu il medico che effettuò quella visita?

E quale medico prescrisse a Provenzano la terapia con il Decapeptyl 11,25 nei primi mesi post-operatori?

Nonostante i media abbiano rilanciato, come ipotetico momento di contatto tra Attilio Manca e Bernardo Provenzano, l’operazione chirurgica avvenuta in Francia, le ipotesi non si esauriscono certamente con l’intervento di prostatectomia.

Il medico avrebbe potuto, su richiesta della famiglia mafiosa barcellonese, provvedere all’individuazione del chirurgo francese (avendo egli studiato e lavorato in Francia per diverso tempo); potrebbe essere stato il medico scelto inizialmente dal latitante per eseguire l'intervento e ciò giustificherebbe il rientro di Provenzano in Italia a seguito della biopsia; potrebbe essere stato il medico a cui si rivolsero esponenti e referenti dell’articolazione barcellonese di Cosa Nostra per effettuare la visita di controllo a tre mesi dall’intervento; potrebbe essere stato, infine, il medico che, nella situazione d’urgenza in cui venne a trovarsi il boss mafioso, descritta dal collaborante Stefano Lo Verso, ebbe a prestargli le cure d’emergenza.

È evidente, pertanto, che il fatto per cui il nome e/o la presenza di Attilio Manca non siano emersi dalle indagini condotte dall’autorità giudiziaria di Palermo sulla trasferta francese di Bernardo Provenzano non solo non è dirimente, ma risulta insufficiente per affermare che il medico e il latitante non ebbero mai contatti.

 

L'INTERVISTA ALL'ON. STEFANIA ASCARI 

Omicidio Manca: «In questa storia ci sono anche gli apparati deviati dello Stato»

L'INTERVISTA AD ANTONIO INGROIA

- CASO MANCA. Ingroia: «L'Antimafia ha fotografato i fatti acclarati: un omicidio di mafia e di Stato»

 

 

LE PRECEDENTI PUNTATE:

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/1

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/2 

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/3

- La morte violenta per proteggere la Trattativa Stato-mafia/4

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Il massacro di Attilio Manca: un omicidio di Stato-mafia

- Senso di rabbia ed indignazione

IL MASSACRO MAFIA-STATO: Attilio Manca è stato ucciso per coprire una latitanza

 

 

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«Il gelataio Baiardo è il messaggero dei Graviano»

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Dopo l'arresto di Messina Denaro: «Faccia i nomi delle coperture politiche ed istituzionali che hanno garantito la sua latitanza»

ANTEPRIMA/1. Le parole della signora Manca (madre di Attilio): «Mio figlio non voleva diventare il medico della mafia. Si è rifiutato ed è stato ammazzato.»

 

IL CASO MANCA: vergogna di Stato

LA SECONDA PARTE (Video) IL CASO MANCA. Un Paese immerso nelle Trattative

- IL CASO MANCA, la seconda parte

Borsellino sul caso Manca: «Gli stessi assassini di mio fratello Paolo»

IL CASO MANCA, la seconda parte

IL CASO MANCA - Una storia tra mafia e Stato corrotto.

 

LA PRIMA PARTE (Video) Attilio Manca è Stato ucciso

- IL CASO MANCA. Le novità che potrebbero riaprire il caso

Morte di Attilio Manca, arriva l’assoluzione per Monica Mileti

Omicidio Attilio Manca: un pezzo di Trattativa Stato-mafia

Il massacro di Attilio Manca: la relazione (di maggioranza) sulla morte dell'urologo siciliano

Attilio Manca: la Relazione sulla sua morte

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Attilio Manca suicidato per salvare Bernardo Provenzano

CASO ATTILIO MANCA: parla il collega Simone Maurelli

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Caso Manca: i pentiti parlano, lo Stato tace. Intervista alla madre Angela

Attilio Manca: da chi è Stato "suicidato"?

 

- Il pentito: «Matteo Messina Denaro è un pezzo di merda. Voglio parlare con Di Matteo»

 

C'è un patto tra Stato e mafia? Per l'On. Aiello: «Non si vogliono guastare gli equilibri»

Cimarosa: «I figli non possono pagare gli errori dei padri»

«Le persone sono più coraggiose a Castelvetrano»

«Abbiamo bisogno della vera Antimafia, non quella da passerella»

Ci restano le monete

La sagra dell'ipocrisia

 

- A cosa serve commemorare?

30 anni dopo: la benedizione sui candidati dei condannati per mafia

Un Paese al contrario

 

L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»